Istigazione al suicidio. Questo il nuovo capo d’imputazione a carico di Valter Giordano, professore di italiano e storia al liceo socio-pedagogico Soleri di Saluzzo, una cittadina in provincia di Cuneo. Già accusato di violenza sessuale con abuso di autorità nei confronti di due allieve – minorenni all’epoca dei fatti – e pornografia minorile, il “docente casanova” si trova, ora, a dover affrontare un’altra pesante accusa.
Perversione e satanismo. La storia, quindi, non sembra fermarsi a qualche “illecita ma consenziente” ora di piacere tra insegnante e alunna consumata in clandestinità. Il prof, brillante e amato da tutti, che recitando l’inferno e il purgatorio di Dante ammaliava e seduceva giovani liceali, si trova di nuovo nell’occhio del ciclone coinvolto in un turbine di perversione che sconfina nella morte. La vicenda, infatti, assume sfumature ancora più torbide quando va a legarsi a un altro grave episodio. Nell’aprile 2012, i genitori di un alunno minorenne del liceo Soleri presentano un esposto, insieme alla psicologa che lo ha in cura, in quanto preoccupati perché il figlio presenta “sintomi da reclutato al satanismo”. Il ragazzo ha nello zaino un diario piano di croci pagane e un libro: la bibbia di satana di Anton Szandor Lavey. Da quella denuncia, salta fuori, per la prima volta, il nome del professor Giordano come destinatario di una lettera da parte di Paola Vairoletti, 18enne, anche lei sua alunna, morta suicida il 7 dicembre 2004. Proprio in quella lettera Paola si definisce “satanista” e fa esplicito riferimento al suo desiderio di morire. Una macabra fantasia ripetuta in altri messaggi raccolti in un plico che lo stesso Giordano cataloga personalmente con tanto di data. L’insegnante, nel dicembre 2004 viene sentito come persona informata dei fatti dai carabinieri, ma in quell’occasione non fornisce nessuna informazione utile. Da quel momento in poi gli interrogativi si susseguono e il professore, ora indagato per istigazione al suicidio, dovrà dare delle spiegazioni. Intanto, cerca la difesa e dichiara: “Non ho mai fatto sesso con Paola. Era la più brava. Tra di noi c’era solo una relazione intellettuale”.
Il caso. Cinquantasette anni, colto e affascinante, capace di instaurare con i suoi allievi, ma soprattutto allieve, rapporti di confidenza e intimità che andavano ben oltre il canonico rapporto consentito tra maestro e alunno. Un ruolo che gli ha consentito di avvicinare e “manipolare” due sue studentesse, entrambe affette da uno “stadio evidente di depressione cronica, sfiducia in loro stesse e inferiorità psicofisica” (come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare) nei confronti del professore. Messaggi telefonici che fugavano ogni dubbio sulla natura del coinvolgimento tra le parti, e-mail cariche di riferimenti erotici e voti in pagella che andavano al di là del reale rendimento scolastico, hanno costretto il Prof a rispondere di accuse infamanti. Un professionista che si è sempre reputato “modello” e innocente: “Con le ragazze ho avuto due relazioni condivise in cui non vi sono state imposizioni né fisiche né psicologiche”. Anche se, stando alle ricostruzioni e testimonianze delle ragazze, gli incontri amorosi con il docente erano sempre un po’ al limite del “convenzionale”.
Mariangela Cossu