Circa 200 account Twitter, legati ad autorità russe sono stati sospesi nelle scorse ore. Tra i profili bloccati ne sono emersi in particolare tre che sarebbero legati alla tv filogovernativa Russia Today. I dirigenti del social network dell’uccellino hanno reso noto che i profili sospesi erano apparentemente legati alla campagna russa per influenzare le presidenziali Usa e connessi, direttamente o indirettamente, ai falsi profili e alle pagine Facebook usate da presunti russi, già scoperti dall’azienda di Zuckerberg. Nessuno era registrato come inserzionista pubblicitario.
La decisione di oscurare le pagine è stata presa dopo l’incontro avvenuto a porte chiuse tra i dirigenti di Twitter e i membri delle commissioni di intelligence del Senato e della Camera statunitense che stanno indagando sul Russiagate.
Dopo il summit il social network ha comunicato tramite una nota sul suo blog ufficiale che la testata televisiva russa nel 2016 “ha promosso 1.823 tweet che miravano in modo certo o probabile il mercato americano” spendendo per questo scopo 274 mila dollari in pubblicità.
Nonostante il clima di collaborazione tra l’azienda e il Congresso americano le reazioni politiche non sono favorevoli: Mark Warner, il senatore democratico e vice presidente della commissione intelligence del Senato ha definito il briefing con gli investigatori parlamentari degli alti dirigenti di Twitter “molto deludente”, accusando i dirigenti del social di ignorare le vaste prove delle interferenze russe nella campagna elettorale Usa: Secondo Warner il sito “mostra una enorme carenza di comprensione di quanto sia seria questa questione e della minaccia che pone alle istituzioni democratiche. La loro risposta è stata francamente inadeguata ad ogni livello” ha concluso.
La testata giornalistica russa ha affidato al suo sito la risposta: “Twitter ha appena scoperto informazioni orrende: abbiamo speso soldi nelle nostre campagne pubblicitarie, proprio come ogni organizzazione dei media nel mondo”, ha dichiarato l’editore capo di RT Margarita Simonyan. ” Abbiamo speso soldi sulla pubblicità negli aeroporti, nei taxi, nei cartelloni, su Internet, in TV e in radio. Anche CNN ha gestito le nostre pubblicità. In qualche modo, non è passato nella nostra mente che in una democrazia sviluppata, la pubblicità regolare sui media possa essere considerata attività sospettosa o dannosa”.