“Le solite fake news del New York Times”. Donald Trump ha liquidato così lo scoop del quotidiano statunitense che dimostrerebbe come nel mese di giugno il presidente avrebbe ordinato il licenziamento di Robert Mueller, procuratore speciale per le indagini sul Russiagate, l’inchiesta che cerca di capire quali collegamenti ci siano tra Trump, la sua cerchia e il Cremlino.
La vicenda è stata raccontata al giornale da quattro fonti dell’Amministrazione. Il tentativo di licenziare Mueller non sarebbe andato in porto solo grazie all’intervento del consigliere legale, Donald McGahn, che avrebbe addirittura minacciato di licenziarsi. Riteneva la decisione politicamente suicida e dannosa per la presidenza degli Stati Uniti, in quanto avrebbe potuto moltiplicare i sospetti. Inoltre Mueller è un repubblicano di lungo corso nominato da George W. Bush e poi confermato alla guida dell’Fbi dal democratico Barack Obama. Per questo la direttiva non fu mai trasmessa al Dipartimento di Giustizia e il tyccon fu costretto al dietrofront.
Per motivare il tentato licenziamento, dopo la prima ondata di notizie secondo cui il procuratore stava seguendo la pista del reato di ostruzione alla Giustizia, Donald Trump avrebbe trovato tre conflitti d’interesse che avrebbero, secondo lui, impedito a Mueller di svolgere con oggettività il suo compito. In primis una vecchia discussione su una quota associativa a un golf club di Trump in Virginia, che portò l’allora direttore del Fbi a revocare il suo abbonamento. Poi il fatto che il procuratore speciale avesse lavorato recentemente nello studio legale che ha difeso il genero del presidente, Jared Kushner. E in ultimo, ma non meno importante, che Mueller avesse avuto un incontro per discutere di un suo ritorno come capo del Fbi il giorno prima che fosse nominato procuratore nel mese di maggio.
Robert Mueller, in merito al Russiagate, ha già sentito persone di rilievo, come il Segretario alla Giustizia Jeff Sessions e l’ex direttore dell’Fbi James Comey, quest’ultimo veramente licenziato da Donald Trump. Il presidente aveva appena rivelato ai giornalisti che era pronto a essere interrogato dal procuratore speciale. Chissà se è ancora dello stesso parere.