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HomeEsteri Russiagate, gravi accuse per Trump. Cohen costretto a mentire al Congresso

Gravi accuse per Trump
Cohen costretto a mentire
al Congresso sul Russiagate

Le prove sul banco del procuratore

Il legale: "Lealtà a chi non meritava"

di Federica Pozzi18 Gennaio 2019
18 Gennaio 2019

epa07294725 (FILE) US President Donald J. Trump speaks about the Russia investigation and the partial government shutdown as he departs the White House to speak to a Farm Convention in New Orleans, in Washington, DC, USA, 14 January 2019 (reissued 18 January 2019). According to reports, White House press secretary Sarah Sanders announced that President Trump has cancelled his delegation trip and won't attend the World Economic Forum in Davos, due to government shutdown. EPA/JIM LO SCALZO

Nuovi risvolti nel caso Russiagate. Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, avrebbe ordinato al suo ex avvocato, Michael Cohen, di mentire al congresso riguardo alle trattative per costruire la Trump Tower a Mosca. Lo avrebbe fatto quando Cohen, nel settembre 2017, fu chiamato a testimoniare sui rapporti tra il presidente e la Russia durante la campagna elettorale del 2016.

Le notizie arrivano dal procuratore speciale che indaga sul caso, Robert Muller, secondo quanto riporta il sito BuzzFeed. Che riferisce come avrebbe scoperto il tutto attraverso persone vicine a Trump e l’analisi di messaggi ed email scambiati tra i membri del comitato elettorale del presidente. Solo in un secondo momento Cohen avrebbe confermato la versione.

Inoltre Trump avrebbe anche appoggiato il piano di Cohen di recarsi in visita in Russia durante la campagna presidenziale per incontrare il presidente Vladimir Putin. “Fai che avvenga”, avrebbe detto il tycoon al suo legale.

Cohen sul suo profilo Twitter si è detto “pentito di aver prestato lealtà cieca a un uomo che non la meritava” ed ha accusato Trump di intimidazioni pesanti, al punto che starebbe riconsiderando la possibilità di testimoniare davanti al Congresso, come aveva annunciato la scorsa settimana. L’audizione è programmata per il 7 febbraio prossimo.

La paura di Cohen, come riportato da La Repubblica, è legata anche alle conseguenze per la sua famiglia. “C’è una paura vera, che ha portato Michael Cohen a ripensarci, non ha ancora preso una decisione finale”, ha detto Lanny Davis, un avvocato che sta facendo da consulente a Cohen.

Gravi dunque le accuse rivolte al tycoon, soprattutto quella che si riferisce alla volontà di ingannare volontariamente il Congresso e ostacolare un’indagine.

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