Il verdetto delle elezioni amministrative tenutesi a Mosca non lascia spazio alle interpretazioni. Russia Unita, il principale partito sostenitore del presidente Vladimir Putin, ha perso circa un terzo dei seggi nel parlamento della capitale. Un calo di consensi che non destabilizza la solidità del partito del presidente russo, che comunque ottiene il maggior numero di posti disponibili.
Il voto a Mosca giunge dopo settimane di proteste di piazza, sorte dopo la decisione di escludere dal voto una decina di candidati dell’opposizione dalla corsa ai seggi. Per questo motivo i dissidenti si sono raccolti intorno al presidente della Coalizione Democratica Aleksej Navalny, che aveva lanciato un appello a favore dello “smart vote”, invitando a votare in ogni collegio l’esponente maggiormente in grado di sconfiggere il candidato di Russia Unita. “Questo è un risultato fantastico del “voto intelligente”, ha scritto Navalny su Twitter.
A seguito del voto si registrano alcuni cambiamenti nel parlamento cittadino. In base ai dati Interfax il partito di Putin prenderà 20 seggi al Parlamento di Mosca, su un totale di 45. Sono stati rieletti nove candidati di Russia Unita, registrati come indipendenti. Successi sia per il Partito Comunista, con 13 candidati vincenti, che per i partiti socialdemocratici Russia Giusta e Yabloko, che sono riusciti entrambi a eleggere i loro tre candidati.
Al calo dei consensi per il partito sostenitore di Vladimir Putin segue una netta diminuzione dell’affluenza alle urne da parte dei cittadini russi. In totale erano chiamati al voto circa 56 milioni di elettori, ma le sezioni di Mosca sono rimaste quasi interamente vuote. Solamente il 21,63% degli aventi diritto si è presentato al voto.