Sale la tensione sul fronte orientale per una possibile invasione russa dell’Ucraina. Secondo quanto riportato dal ministro della Difesa ucraino Alexei Reznuikov, una minaccia al momento “non esiste”, tuttavia “ci sono scenari rischiosi, possibili in termini di probabilità in futuro”.
Intanto si intensificano gli sforzi diplomatici per trovare una soluzione alla crisi. Ieri i paesi della Nato hanno schierato navi e caccia, mentre c’è un clima di allerta anche a Washington. Joe Biden si è detto pronto ad inviare sul campo subito 8.500 militari. Sempre ieri il presidente degli Stati Uniti ha avviato un giro di consultazioni in videoconferenza con i leader europei, tra cui il premier Mario Draghi. Secondo fonti di Palazzo Chigi al vertice di ieri sera “è stato reiterato il sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina”. Inoltre, “Sono state ribadite l’importanza di mantenere il più stretto coordinamento tra gli alleati e l’esigenza di una risposta comune, capace di tenere aperto un canale di dialogo con la Russia per allentare le tensioni”.
La Russia ha avviato oggi esercitazioni con carri armati in Crimea, secondo quanto annunciato dalla flotta del Mar Nero. “Gli equipaggi dei tank T-72B3 facenti parte delle unità corazzate del Distretto militare meridionale hanno cominciato un’esercitazione di tiro nel centro di addestramento di Angarsky”
Il segretario di Stato americano Antony Blinken avverte Mosca: “Se sceglie il conflitto, imporremo pesanti conseguenze e alti costi”. D’altra parta il Cremlino esprime “grande preoccupazione” per “i tentativi di acuire la tensione”. Dure le parole del portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov: “La Russia non può ignorare l’attività della Nato e il rischio che le forze armate ucraine mettano in scena provocazioni nel Donbass ora è più alto”. Peskov ha annunciato che entro la fine di questa settimana il presidente russo e quello francese si incontreranno per un colloquio sulla situazione in Ucraina. L’annuncio è arrivato dopo che ieri Macron aveva detto di voler presentare a Mosca e Kiev una serie di proposte per favorire una de-escalation.
Intanto proseguono le operazioni di evacuazione delle famiglie dei diplomatici annunciate nei giorni scorsi dalla autorità statunitensi, seguite da Gran Bretagna e Australia.