Ancora brutte notizie per Google. Dopo essere accusato dagli Usa di aver lavorato con Facebook su tecnologie pubblicitarie, il gigante della ricerca finisce nel mirino del Cremlino. Secondo la Roskomnadzor, l’agenzia statale che controlla le comunicazioni, Google non ha rimosso dai risultati del motore di ricerca alcuni contenuti vietati in Russia. Una violazione delle norme nazionali. Tre milioni di rubli, circa 33mila euro, è la multa inflitta al colosso americano da un tribunale di Mosca.
Non è la prima volta che Google si scontra con il rigido sistema di controllo di Runet, come si chiama la rete russa. Secondo quanto riportato dall’agenzia France-Presse, per il colosso hi-tech è la quarta multa di questo tipo. L’ultima nel 2018, quando ha dovuto pagare 500mila rubli per non aver cancellato le esortazioni dell’oppositore Aleksey Navalny a protestare contro il governo.
Negli ultimi tempi, in Russia, il controllo statale su internet è stato notevolmente rafforzato. Poco più di un anno fa il presidente russo Vladimir Putin annunciava la nascita di un internet “sovrano” con l’approvazione di una legge che permette al Cremlino di filtrare il traffico online.
Più volte le autorità hanno negato di voler isolare il segmento russo, ribadendo di voler proteggerlo dalle “potenze ostili”, come gli Stati Uniti. Ciò nonostante la decisione ha causato un generale malcontento nella popolazione. Inoltre, molti osservatori ritengono la stretta un modo per mettere a tacere il dissenso.
Photo by Solen Feyissa on Unsplash