Nel mondo della sicurezza informatica torna in voga uno strumento infallibile: la macchina da scrivere. Da Wikileaks a Petraeus fino al più recente Snowden, sono numerosi gli scandali che hanno coinvolto il mondo dell’intelligence statunitense, e non solo, e che hanno dimostrato le innumerevoli le falle presenti nel sistema di sicurezza internazionale.
L’idea di ritornare ai “vecchi metodi” di comunicazione arriva dal Cremlino, e più precisamente dal Fso – il servizio delle guardie federali che protegge la sicurezza dei vertici di Mosca – che ha investito 490mila rubli (circa 11mila 500 euro) per acquistare 20 macchine da scrivere elettroniche, complete di cartucce e nastri, quelle che si usavano una volta.
«Dopo le rivelazioni di Snowden e le notizie sulle intercettazioni delle telefonate di Medvedev, è stato deciso di potenziare la pratica di produrre documenti in cartaceo», hanno riferito in una nota fonte interne al Servizio federale di Protezione, che hanno spiegato come, in alcuni casi, scrivere o stampare documenti su e da dispositivi telematici non sia per nulla sicuro.
Ritorno al passato. Se da anni, la macchina da scrivere è ormai considerata un pezzo d’antiquariato, il suo ruolo, nella storia, è stato fondamentale. Dall’avvento di questo nuovo strumento “tecnologico”, il mondo della comunicazione non è stato più lo stesso.
Segretari, avvocati e commercianti hanno scritto lettere, testamenti e contratti, anche in triplice copia, con la sola battitura.
È merito di un italiano, l’avvocato Giuseppe Ravizza, l’aver brevettato a Torino il 1° settembre 1855 il “Cembalo Scrivano”, così denominato perché presentava una piccola tastiera simile a quella dei cembali. Fu il primo a creare una macchina a scrittura visibile precedendo di circa un ventennio ogni altro inventore.
E poi è arrivata lei, quella ufficiale, la prima macchina da scrivere funzionante, brevettata e prodotta su larga scala. È quella di Sholes & Glidden, commercializzata dalla Remington a partire dal 1974. Il primo modello, come tutti i prototipi che la precedettero, era a scrittura invisibile. È più a Christopher L. Sholes – giornalista e poeta di Milwakee (Usa) – che non a Charles Glidden che va il merito di aver inventato questa nuova macchina che scriveva solo in maiuscolo e aveva già una tastiera con disposizione qwerty (il nome deriva dalle prime sei lettere della prima riga), oggi considerata universale.
Prima ancora, però, negli anni Cinquanta, nasce la prima macchina da scrivere portatile e super leggera, facile da trasportare e maneggevole:la Lettera22. Questa nuovo tipo di macchina contribuisce all’espressione di un nuovo giornalismo, praticato per la strada e vissuto con impegno e passione.
La scomparsa dei computer per gli 007? Intanto, da Putin e dal suo entourage non c’è stata alcuna conferma dell’adozione di queste “nuove” misure di sicurezza. C’è chi giura, però, che per evitare altre brutte figure su scala mondiale, gli 007 di tutto il mondo d’ora in poi abbandoneranno, senza lasciare del tutto, l’utilizzo del pc per ricominciare ad impiegare le macchine da scrivere.
È proprio questo il caso di dire che i metodi di una volta non tradiscono mai.