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La Crimea russa prende forma: un ponte la collegherà alla nuova madrepatria

di Mario Di Ciommo21 Marzo 2014
21 Marzo 2014

Crimea-russaContinuano ad aumentare le sanzioni che l’Occidente ha deciso di imporre alla Russia dopo l’annessione della Crimea. A fare la voce grossa negli ultimi giorni sono stati gli Stati Uniti, con il presidente Barack Obama che ieri ha dichiarato di voler inasprire le penalità nei confronti di Mosca, puntando a bloccare interi settori economici strategici nel caso il Cremlino non ritorni su i suoi passi. Resta in ogni caso aperta da parte americana la finestra di dialogo con Putin, nella speranza che il nuovo ‘zar’ si ravveda.

Le ultime sanzioni in ordine cronologico sono quelle imposte nella giornata di ieri dai gruppi americani di carte di credito Visa e Mastercard, che hanno interrotto senza preavviso la fornitura dei servizi di pagamento ai clienti di diverse banche russe, in particolare nei confronti della banca Rossia e della sua filiale Sobinbank.

Nonostante questo l’annessione a tutti i livelli della Crimea alla Russia continua spedita ed un’ipotesi di ritorno di Putin sui propri passi al momento, sembra alquanto lontana dalla realtà. La Russia infatti, dopo aver ratificato l’annessione della Crimea alla propria federazione, punta adesso allo sviluppo della regione, la cui economia è stata definita come “non messa meglio di quella della Palestina” dal ministro per lo Sviluppo regionale, Igor Slyunayev. Per questa ragione nella riunione tenutasi al Cremlino mercoledì i vertici russi hanno posto le basi per investimenti massicci nella regione. Si parla di una decina di miliardi di dollari, racimolabili dagli enormi accantonamenti di Mosca (circa 170 miliardi di dollari), pronti ad essere spediti a Sinferopoli.

A prendere una fetta consistente di questi soldi sarà un gigantesco progetto, nei piani della Russia da almeno cento anni e che, salvo imprevisti, vedrà la luce tra cinque anni. Si tratta della costruzione del grande ponte sullo stretto di Kerc, lungo 7 km, che collegherà la penisola della Crimea al territorio russo, tra il Mar Nero ed il Mar d’Azov.

A provarci in passato sono stati in tanti, da Nicola II a Stalin sino ad arrivare ad Hitler, che un ponte lo costruì salvo poi farlo saltare in aria dopo la ritirata delle truppe tedesche dai territori russi. Per il maestoso progetto è già tutto pronto, fanno sapere da Mosca. Settemilacinquecento metri di strade, rotaie e, forse, anche di tunnel sottomarini. L’appalto è stato già affidato ad Avtodor, il gigante statale delle costruzioni che vede nel proprio consiglio di amministrazione anche il ministro dei trasporti russo, Maksim Sokolov. Il tutto per una commissione di circa 2 miliardi di dollari.

“E’ la prima cosa che dobbiamo fare, abbiamo bisogno di una via più corta per far passare le nostre auto ed i nostri treni ma soprattutto per creare un collegamento diretto con la Crimea” ha dichiarato Vladimir Putin, che ha poi concluso con “Ci aspetta una grande impresa”.

Così mentre l’Occidente inasprisce le sanzioni nei confronti di Mosca, la Russia tira dritto sulla propria strada incurante di richiami e tentativi di mediazione.

Mario Di Ciommo

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