Non si fermano le tensioni tra Mosca e Kiev. Il Servizio Federale di Sicurezza della Russia (Fsb) ha arrestato 106 sostenitori dell’Mku, gruppo giovanile neo-nazista ucraino, con un’operazione su vasta scala che ha coinvolto 37 regioni. Due dei fermati sono sospettati di pianificare attacchi ad alcune scuole.
Il gruppo Mku è stato creato dal giovanissimo ucraino Yegor Krasnov, classe 2000, e già inserito nelle liste internazionali dei ricercati. Gli attriti tra i due paesi crescono perché, secondo quanto dichiara l’Fsb, Krasnov agisce con la copertura dei servizi speciali ucraini. Tra gli arrestati, sono stati identificati anche tre amministratori delle comunità Internet. Personaggi che propagandavano l’ideologia estremista su indicazione di Krasnov e incitavano alla violenza.
Non solo. Se ieri il G7 si è mostrato compatto in difesa dell’Ucraina, oggi è l’Europa a mandare un chiaro segnale a Vladimir Putin. Qualsiasi aggressione contro l’Ucraina avrà un costo elevato per la Russia, avverte l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell. L’Unione Europea è in “modalità deterrenza” e “dissuasione” per prevenire ulteriori conflitti. “Stiamo cercando di fare del nostro meglio per evitare che ciò accada”, ha spiegato Borrell. L’Alto rappresentante ha poi spiegato che oggi non ci saranno decisioni su possibili sanzioni contro Mosca. “Stiamo studiando insieme a Usa e Regno Unito quali potrebbero essere, quando e come, in maniera coordinata”, ha aggiunto.
Al Cremlino, invece, si continua a negare la volontà di invadere l’Ucraina. Vladimir Putin oggi prova a gettare acqua sul fuoco: questa settimana il governo di Mosca consegnerà agli Stati Uniti le proposte sulle garanzie di sicurezza. Del resto per Putin scatenare una guerra in Europa sarebbe un azzardo sul piano militare ed economico. L’operazione porterebbe a un confronto con la NATO e avrebbe costi proibitivi. Servirebbero forze imponenti per invadere e poi mantenere l’occupazione della ex repubblica sovietica. Un conflitto che poi bloccherebbe definitivamente l’export di gas russo in Europa.