A qualsiasi giornalista sarà capitato almeno una volta, da bambino, di intervistare un parente per gioco. Un po’ meno plausibile è che questo si realizzi davvero, sulle pagine di uno dei più autorevoli quotidiani italiani. Specialmente se l’autore è un po’ cresciutello. I protagonisti della vicenda sono Paolo Roversi, scrittore e nerista del “Corriere della Sera”, e una certa Bea Buozzi, nome d’arte dell’autrice di una trilogia in stampa per Mondadori intitolata “Il club dei tacchi a spillo”.
Se la BB de noantri avesse rivelato il suo vero nome di battesimo, a molti non sarebbe sfuggito che si tratta proprio di Eleonora Boggio, moglie di Paolo Roversi, suo intervistatore. Sfortunatamente per i coniugi Roversi-Boggio (oppure, se preferiscono, Roversi-Buozzi), la liaison letteraria è stata scoperta dall’attento occhio di Gian Paolo Serino, critico letterario e direttore della rivista Satisfiction, da lui stesso fondata.
Il tweet e le scuse del direttore. “De Bortoli – ha scritto Serino in un tweet -, conosco la Sua professionalità: è normale che sul Corriere.it uno scrittore intervisti sua moglie?”. Il direttore del quotidiano che fu di via Solferino si è immediatamente scusato, anche lui servendosi di un cinguettìo: “Non lo sapevamo – ha scritto -, le mie scuse”.
Se la gaffe del Corriere avrà o no un ritorno pubblicitario per “Matta per Manolo”, primo capitolo della trilogia in libreria da ieri, lo scopriremo solo quando si avranno i dati sulle vendite. Fatto sta che se è vero che l’antico proverbio suggerisca di “non mettere il dito tra moglie e marito”, di certo in questo caso Ferruccio De Bortoli, se avesse saputo in anticipo della figuraccia che stava per coinvolgere il suo quotidiano, non avrebbe avuto timore nel derogare al dettato popolare rispedendo al mittente la maldestra marchetta.
Roberto Rotunno