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Rotterdam, i tifosi romanisti non fanno gli olandesi. Alfano, «Uefa fermi le tifoserie violente»

di Federico Capurso27 Febbraio 2015
27 Febbraio 2015

tifosi-roma-rotterdamDopo le razzie dei tifosi del Feyenoord a Roma e gli scontri in campo nel corso del derby di Atene, in Grecia, era alto l’allarme sicurezza per la trasferta dei tifosi giallorossi a Rotterdam. Tante le misure precauzionali prese dalla polizia olandese, evitati i tafferugli, ma le operazioni di messa in sicurezza della partita hanno indispettito tifosi e governo.

Per sei ore, 83 tifosi romanisti sono rimasti bloccati per controlli alla stazione di polizia di Rotterdam, di fronte allo stadio De Kuip, a causa di un breve battibecco con sei sostenitori del Feyenoord. Gli ultras della Roma sono stati lasciati liberi e accompagnati allo stadio per assistere regolarmente alla sfida di Europa League tra Feyenoord e Roma. Non mancano però le polemiche e le accuse per un eccesso di zelo da parte delle forze dell’ordine olandesi. Lorenzo Contucci, storico avvocato della curva Sud, ha attribuito lo sblocco della vicenda “alla sollevazione dei media” e dei social network, denunciando poi «una incredibile, ingiustificata violazione della libertà personale, durata 6 ore». Al suo telefono sono arrivate decine di telefonate, anche dall’aeroporto di Amsterdam dove erano atterrati circa trecento tifosi romanisti. Tutti posti in stato di fermo, caricati sui pullman e portati in aperta campagna per dei controlli, con fotografie e senza la possibilità di andare in bagno. Poi, liberi di andare a Rotterdam e assistere alla partita.

In merito alla partita interviene anche la politica italiana. «Apprendo di denunce da parte di alcuni responsabili del tifo organizzato della Roma – dichiara la presidente di FdI Giorgia Meloni – relative a un trattamento inaccettabile che la polizia olandese avrebbe riservato ai giallorossi arrivati a Rotterdam per la partita di stasera. Se la notizia fosse confermata sarebbe di una gravità inaudita».

E sul tema caldo interviene anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano: «La Uefa non può limitarsi alle segnalazioni – evidenzia il titolare del Viminale – Non possiamo far circolare in Europa le tifoserie violente e i singoli violenti già conosciuti alle polizie». «Noi abbiamo una legge molto rafforzata contro la violenza negli stadi, che prevede anche il Daspo – continua Alfano – e nel primo trimestre di applicazione abbiamo avuto un calo sia del numero dei tifosi feriti sia di quello degli appartenenti alle forze dell’ordine sia delle manifestazioni di violenza attorno agli stadi».

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