Il risultato del voto siciliano, seppur in qualche modo ampiamente previsto, investe il Pd di Matteo Renzi, che ora inizia a guardarsi attorno. Sono sempre di più, infatti, gli spifferi che si rincorrono all’interno delle correnti dem in merito alla leadership del segretario e al nome del candidato premier da presentare alle prossime politiche di marzo. Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera che si rifà all’area capeggiata da Franceschini, ha parlato a Radio Anch’io di un ruolo di Renzi non in discussione, ma anche della necessità di una coalizione ampia e senza leader.
“Il fatto che tutti lo identifichino come l’avversario dimostra che lui è in campo. Io penso che abbiamo bisogno dell’alleanza più larga possibile, dopodiché non c’è un leader della coalizione: ogni partito farà la sua corsa, si vedrà dopo le elezioni chi ha preso più voti – dice il primo firmatario della legge elettorale – Abbiamo Paolo Gentiloni che è ora a Palazzo Chigi ed è un nome spendibile, come altri. Renzi ha chiaramente detto a Napoli di lavorare per portare il Pd a Palazzo Chigi, non Matteo Renzi”, aggiunge.
Lo stesso segretario si sta convincendo della possibilità di arrivare alle elezioni senza un candidato premier e di giocare a più punte, come sta facendo il centrodestra. Nel frattempo lavora a una tregua con Orlando e Franceschini. Il ministro dei Beni culturali, intervistato dal Corriere della Sera, ha gettato acqua sul fuoco riguardo a un eventuale resa dei conti all’interno del Pd che non ci sarà e ha rilanciato un appello alla ragione per un centrosinistra unito e competitivo. “Franceschini e gli altri hanno ribadito che non è in discussione il suo ruolo”, chiosa Rosato, che corregge il tiro e arrivato a Montecitorio non lascia spazio a dubbi: “Nel nostro partito ci sono più personalità capaci di assumersi grandi responsabilità, Gentiloni è una di queste, ma il candidato del Pd resta Renzi, legittimato dalle primarie”.
Chi non lo considera più un suo competitor dopo la pesante sconfitta in Sicilia è Luigi Di Maio, che ha annullato il duello tv con il segretario dem in programma questa sera, ma per il capogruppo Pd quello siciliano è un voto che non fa scuola. “Siamo per costruire una squadra ampia con un programma condiviso. Per questo resta un invito aperto, sincero e pressante a tutta la sinistra a lavorare insieme per non lasciare il paese in balia di Salvini e Grillo”.