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HomePolitica Rosatellum, sì del Senato alle prime 4 fiducie
caos e proteste fuori e dentro l’aula

Fiducia sul Rosatellum bis
sì del Senato a 4 articoli
Napolitano tutela Gentiloni

Voto per garantire continuità e riforme

Le proteste in piazza e in aula del M5s

di Giordano Contu25 Ottobre 2017
25 Ottobre 2017

Andrea Cioffi (C) del Movimento 5 Stelle protesta in aula al Senato durante il voto degli articoli sulla fiducia posta dal governo sulla legge elettorale Rosatellum. Roma, 25 ottobre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Al via a Palazzo Madama le prime votazioni di fiducia sul Rosatellum bis. I primi 4 articoli della nuova legge elettorale hanno già ottenuto la fiducia, ma le 5 votazioni a Palazzo Madama termineranno dopo le 18.

Le fiducie. La prima è arrivata sull’articolo 1 che regola il sistema di elezione alla Camera dei Deputati con 150 favorevoli e 61 contrari. Passa anche la fiducia, con 151 si e 61 no, sull’articolo 2 che regola l’elezione alla Camera dei Deputati. Con 148 favorevoli e 61 contro arriva il via libera anche all’articolo 3 che da al governo la delega per la formazione dei collegi. Passa l’articolo 4, con 150 favorevoli e 60 contrari, che disciplina la pubblicazione online delle informazioni riguardanti le liste elettorali. Il voto sull’articolo 6 che norma le disposizioni transitorie e l’entrata in vigore del Rosatellum Bis è atteso per le 18.

Molte assenze durante le prime due fiducie fra i senatori di Forza Italia, gruppo Misto e Lega Nord. In tutte le votazioni nessuno dei presenti si è astenuto. Secondo quanto riporta Ansa, senza i senatori di Ala non si sarebbe raggiunto il numero legale. Fra i senatori a vita è presente solo Carlo Rubbia che vota sì. Assente a tutte le votazioni il presidente emerito Napolitano che annuncia il suo via libera finale sulla legge.

Napolitano e Gentiloni. “Mi pronuncio, con tutte le problematicità e le riserve che ho motivato, per la fiducia al governo Gentiloni”. L’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha annunciato così nell’aula di Palazzo Madama il suo sì alla fiducia. Una scelta fatta “per salvaguardare il valore della stabilità. Per consentire, anche in questo scorcio di legislatura, continuità dell’azione per le riforme” ha spiegato.

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Pd. “La legge elettorale, se sarà approvata, consentirà un rapporto come quello che hanno i sindaci con la gente”. Lo ha dichiarato il segretario Pd Matteo Renzi parlando del sistema dei collegi. Pur garantendo la presenza, il senatore Pd, Roberto Ruta, non vota, le 5 fiducie consecutive. Per David Ermini, parlamentare Pd, “con questa legge elettorale, che prevede i collegi e le coalizioni, governare il Paese è un risultato che si può raggiungere. Altri temono che i cittadini scelgano i loro rappresentanti nei collegi”.

M5s protesta. Contrario alla legge il M5s che ha radunato 1500 manifestanti al Pantheon. Dal palco fischi per Napolitano. A Pietro Grasso urlano “codardo” e “dimettiti”. Il deputato Alessandro Di Battista chiama “Renzi un ducetto, un bulletto da quattro lire che ovunque va riceve contestazioni”. Il leader Beppe Grillo ha arringato la folla: questa è una “battaglia per tutto il popolo italiano”. E continua: “Facciano quello che vogliono. Che trucchino la legge, noi andiamo oltre. Se vinceremo noi la vittoria sarà tripla. E cominceremo dalla Sicilia”. Il leader poi invoca l’intervento della polizia in Parlamento.

In aula Vito Crimi ha votato con una benda bianca sugli occhi. Roberto Cotti ha strappato il testo della riforma elettorale. Urla con la mano sugli occhi al momento del voto per il cinquestelle Sergio Puglia. Altri senatori grillini hanno strillato contro il leader di Ala Denis Verdini. “È una legge elettorale assurda” dice Roberto Fico in un’intervista a Radio Capital. “Mattarella deve ascoltare. Questa legge è fatta per alcuni partiti principali per poi fare un governissimo. Credo che l’accordo ci sia già” fra Renzi e Berlusconi. Ha suscitato clamore il gesto dell’ombrello fatto da Mario Michele Giarrusso mentre passava sotto la presidenza di Pietro Grasso.

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