Il Partito democratico sul Rosatellum decide di apporre la fiducia al Senato su cinque dei sei emendamenti che compongono la nuova legge elettorale: la conferma è arrivata nel pomeriggio di ieri dal ministro per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. La discussione prenderà il via a partire dalle ore 14, mentre il voto finale è in programma giovedì, in un Senato che si preannuncia infervorato, così come le polemiche che da giorni accendono la bagarre politica. In tarda mattinata intanto, a Palazzo Madama, era previsto anche l’intervento del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ieri la presidente del gruppo misto Loredana De Petris ha occupato la poltrona del Presidente del Senato Pietro Grasso, per protestare sulla scelta del governo di porre la fiducia massiccia sulla nuova legge elettorale. Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle sono furibondi, mentre il Movimento Democratico e Progressista ha annunciato, con una lettera presentata direttamente al Quirinale al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’abbandono ufficiale della maggioranza.
Alla più alta carica dello Stato si rivolge Luigi Di Maio: “Mattarella non firmi, non si renda responsabile dell’ennesima legge incostituzionale – afferma il candidato premier M5S –. Se questa legge sarà approvata dal Parlamento, gli chiediamo di valutare con attenzione i profili di incostituzionalità”. A Palazzo Madama il grillino Vincenzo Santangelo questa mattina ha protestato, sciogliendosi la cravatta in aula: “Questo è un Palazzo che non permette l’accesso a chi è senza cravatta ma vota leggi incostituzionali come il Rosatellum”.
Dura presa di posizione anche dal governatore della Toscana ed esponente di Mdp Enrico Rossi, che sulla sua pagina Facebook scrive così: “Il Rosatellum aiuta la destra. Forse è questo che si vuole. Noi saremo il voto utile che non andrà con la destra. Una legge elettorale dovrebbe essere semplice, comprensibile a tutti i cittadini, equilibrata nel definire la rappresentanza e nell’agevolare la governabilità”. Per Rossi quella in esame a Palazzo Madama è una “legge truffa, frutto di un accordo tra Pd, Forza Italia e Lega. Autoritariamente approvata a colpi di maggioranza”. Dello stesso avviso il Senatore del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, che si è rivolto direttamente dai banchi verso PD e Forza Italia con toni durissimi: “Siete colpevoli del reato di truffa aggravata con la recidiva e per i recidivi non c’è la condizionale ma la galera: state facendo l’ennesima legge che finirà nel cesso”. I 5 stelle hanno anche protestato mettendosi simbolicamente una benda bianca sugli occhi.
Lo stesso Partito Democratico intanto perde pezzi: i tre senatori Vannino Chiti, Walter Tocci, Luigi Manconi e Claudio Micheloni hanno preannunciato che non parteciperanno al voto, in dissenso, mentre Massimo Mucchetti si riserva la decisione. Sulla questione Chiti ha dichiarato che “mettere la fiducia è stato un errore: mi colpisce la sottovalutazione della gravità di questa scelta. Non si può giustificare, non la voto”.
Il segretario Dem Matteo Renzi liquida le obiezioni e le critiche all’operato del governo, affermando che “mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo e questa legge elettorale permetterà ai cittadini di scegliere i parlamentari. Il resto è discussione autoreferenziale e lontana dai problemi delle persone”. Ma per l’approvazione del Rosatellum dovranno bastare i voti di Partito Democratico, Forza Italia, Lega, Ala e Direzione Italia.