HomeCronaca Roma, uccise una donna romena con un pugno dopo una lite: domiciliari a Burtone

Roma, uccise una donna romena con un pugno dopo una lite: domiciliari a Burtone

di Gianluca Natoli01 Marzo 2013
01 Marzo 2013

Alessio Burtone sconterà il resto della sua pena ai domiciliari. A deciderlo è stata la Corte d’Assise. Il ventiduenne romano era stato condannato a otto anni per aver ucciso con un pugno l’infermiera romena Maricica Hahianu, lo scorso ottobre 2010 alla fermata Anagnina della metro A di Roma.
La decisione. La Corte d’Assise ha accolto una istanza per i domiciliari, presentata dall’avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Burtone. A riprendere la scena della lite tra il giovane romano e la romena c’è un video girato dalle telecamere della stazione della metropolititana Anagnina. Dalle immagini si vede Maricica accasciarsi a terra, in seguito a un pugno del ragazzo. La donna è morta dopo un coma di una settimana al Policlinico Casilino. Omicidio preterintenzionale, con l’aggravante di futili motivi, è l’accusa per cui il pm Antonio Calaresu aveva chiesto la condanna a venti anni di reclusione.

Le reazioni. “Non escludo che la Corte possa aver recepito la nostra istanza nella quale si affermava che non esiste alcun rischio di reiterazione del reato, nè di pericolosità sociale da parte del ragazzo”. Questo il commento dell’avvocato Fabrizio Gallo, che ha spiegato la decisione della Corte ancor prima di aver letto le motivazioni della sentenza. “I giudici – ha aggiunto Gallo – devono aver tenuto conto anche del comportamento del ragazzo sia durante il processo che in carcere”. Dura, invece, la reazione dell’avvocato Alessandro Di Giovanni, legale dei familiari di Maricica Hahaianu: “Siamo sorpresi da questa decisione che è legata a una vicenda per la quale Burtone è stato condannato a una pena molto bassa. I parenti della donna volevano che Burtone scontasse fino all’ultimo giorno la sua pena dietro le sbarre di un carcere. Il marito – prosegue Di Giovanni – fin dalla sentenza di primo grado si è rassegnato di fronte alla nostra giustizia sopratutto alla luce di una condanna così esigua”.
I lati oscuri. A più di due anni dalla morte di Maricica, non tutte le responsabilità del decesso sembrano state chiarite. Per l’avvocato del giovane “la ragazza sarebbe morta per omissioni e negligenze dei medici in fase rianimatoria, e non per il colpo infertole da Alessio Burtone”. Alla base di questa tesi c’è la perizia elaborata da esperti nominati dal penalista, in cui si legge come “siano accorsi una serie di eventi, indipendenti dal trauma primitivo, che sono sufficienti a spiegare il determinismo della morte”. In altre parole per la difesa è escluso il nesso di causalità tra il trauma subìto dalla ragazza nella caduta e la morte sopraggiunta otto giorni dopo al Policinico Caslino. Basandosi su questo, e altri elementi, l’avvocato di Burtone ha presentato l’istanza al gip per i domiciliari.

Gianluca Natoli

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