Un’altra storica sede di un marchio italiano finisce spodestata dalla moda a prezzi stracciati che arriva dall’estero: secondo indiscrezioni non smentite, il palazzo dell’Unione Militare in via Tomacelli, a Roma, non ospiterà più un Benetton multilivello, come promettono le scritte “opening soon” di cui è tappezzato (foto), ma un altro H&M. E’ bene dire un altro perché il brand svedese ha già un negozio qualche centinaio di metri più in là, verso Piazza del Popolo, oltre a 2 punti vendita in alcuni centri commerciali della città.
Non è il primo caso, nella via per eccellenza dello shopping romano, Via del Corso, di “spodestamento” di marchi italiani: palazzo Bocconi, una volta conosciuto come flagship store, negozio simbolo, della Rinascente, ai bordi di Piazza Colonna, è occupato dal 2010 dal brand spagnolo Zara, che fa capo al gruppo Inditex. Episodio che destò ancora più clamore di quello di oggi: non solo perché spariva una delle sedi più prestigiose della compagnia italiana di grandi magazzini, ma anche perché ben altri due punti vendita Zara, di almeno due piani, sono presenti nel giro di un chilometro, uno nella Galleria Alberto Sordi, l’altro proprio di fronte al nascituro H&M.
Un cambiamento che fa riflettere sulle scelte di spesa degli italiani in fatto di abbigliamento, che sicuramente risentono della crisi, ma anche sulla progressiva estensione di quelli che sono veri e propri imperi del low cost.
Dopo una battaglia per l’acquisizione del palazzo all’incrocio con Via dei Condotti, combattuta proprio contro Inditex e aggiudicata dal marchio dalla doppia iniziale per 180 milioni di euro, il gruppo svedese avrà nuovi desiderati spazi per i suoi allestimenti in un edificio recentemente al centro dell’attenzione per la ristrutturazione in chiave contemporanea dei suoi tetti, dove sorge una cupola in vetro realizzata dall’architetto Massimilano Fuksas, che forse ospiterà un ristorante.
Un Corso, quello della capitale della Dolce Vita e della moda del cinema degli anni’50, sempre meno italiano e sempre più low cost.
Alessandra D’Acunto