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Romania, approvato
referendum su corruzione
per distendere clima sociale

Proposto dal presidente Iohannis

dopo le proteste di piazza

di Christian Dalenz14 Febbraio 2017
14 Febbraio 2017

epaselect epa05789002 A general view of the Victoriei Plaza full of protesters flashing the lights on their cell-phones under colored pieces of paper, all at the same time to form a huge national flag, during a protest in front of the government headquarters (R), in Bucharest, Romania, 12 February 2017. Following recent mass protests, Romania's government on 05 February repelled their controversial ordnance after announcing on 04 February 2017 to withdraw a disputed bill which passed late 31 January. The government ordinance was meant to pardon those sentenced to jail terms shorter than five years finally caused the justice minister to resigned on 08 February. Tenth of thousands of people continued to protest on 12 February night despite low temperatures, demanding the entire government to resign. EPA/VLAD CHIREA

Ieri sera il Parlamento della Romania ha approvato all’unanimità dei presenti un referendum che avrà come tema la lotta alla corruzione. La misura era stata proposta dal presidente della Repubblica Klaus Iohannis. Non sono ancora chiare né data di votazione né tantomeno il quesito o i quesiti che saranno sottoposti ai romeni. Ma quel che è certo è che si tratta di una mossa volta a distendere il clima sociale, rovente da due settimane.

Il 31 gennaio scorso il governo guidato dal socialdemocratico Sorin Grindeanu aveva approvato un decreto che depenalizza alcuni reati di corruzione e condona 2.500 condannati. In particolare, le pene sarebbero state ridotte in caso di danno provocato allo Stato inferiore a 44mila euro. E’ da quel giorno che nel Paese si sono registrate continue manifestazioni di piazza. L’apice è stato raggiunto il 5 febbraio. Quel giorno, centinaia di migliaia di persone sono scese per strada in tutta la Romania per chiedere le dimissioni del governo Grindeanu. Secondo i media romeni, si è trattato della più grande manifestazione popolare dai tempi delle proteste contro Ceaușescu.

Proprio il 5 febbraio, il premier romeno ha bloccato il cosiddetto decreto ‘salvacorrotti’. Poi, l’8 febbraio si è dimesso il Ministro della Giustizia, Florin Iordache, autore del provvedimento. Ma questo non ha fermato l’indignazione del Paese. Ancora nei giorni scorsi, infatti, in decine di migliaia di persone hanno continuato a chiedere le dimissioni di Grindeanu. Ieri in 3.000 hanno affollato Piazza della Vittoria a Bucarest, sede del governo.

Grindeanu, salito al potere dopo le elezioni dello scorso dicembre, ha sempre detto che rifiuta di dimettersi. In questo è appoggiato dal presidente Iohannis, il quale però ha sempre osteggiato il decreto ‘salvacorrotti’. Iohannis aveva anche chiesto al premier di ritirare il provvedimento. L’ultimo report di Transparency International indica la Romania come il 57° Paese con la corruzione percepita più alta al mondo, il quarto nella UE dietro, nell’ordine, Bulgaria, Grecia e Italia.

 

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