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Il ventunenne statunitense morto a Roma era da solo sui binari

di Corinna Spirito25 Febbraio 2014
25 Febbraio 2014

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Era da solo sui binari del treno il ventunenne statunitense che ha perso la vita la notte tra mercoledì e giovedì scorso. Ad accertarlo è il video di sicurezza della stazione di San Pietro che lo vede camminare barcollando sulle rotaie fino ad entrare nella buia galleria Pamphili da cui non è mai più uscito.

John Durkin era un giocatore di football e studente di Economia della Bates University, nel Maine, a Roma dal 5 gennaio per una vacanza-studio al The Barbieri Center, la sede del Trinity College dell’Aventino. La serata di mercoledì era iniziata nella norma, con qualche bevuta tra amici in zona Trastevere. All’1.30 però i compagni di John sono tornati al college, mentre lui è rimasto a Campo de’ Fiori per proseguire il cosiddetto “tour alcolico” in voga tra i giovani.
Quando la mattina seguente Durkin non è stato trovato in camera, amici e familiari hanno avviato repentinamente una diffusione di messaggi su Facebook e Twitter per invitare chi avesse visto il ragazzo a contattarli. Lo statunitense è stato ritrovato lungo i binari, senza vita. Chi gli voleva bene non si è spiegato come quel ragazzone definito dalla famiglia “tranquillo, pacato, riflessivo” possa aver percorso da solo tre chilometri circa fino a stazione San Pietro.

Fatto sta, però, che i filmati esaminati ieri dalla Procura avvalorerebbero questa tesi. Naufragano le ipotesi che qualcuno abbia portato Durkin con la forza sulle rotaie o che il ragazzo fosse già deceduto al suo arrivo nella galleria Pamphili. Dai video il ventunenne appare chiaramente non sobrio, mentre si avvicina, barcollante, al tunnel, dove qualche ora dopo il treno Civitavecchia-Roma lo travolgerà.

Tim Durkin, padre del ragazzo, giunto a Roma per il riconoscimento del corpo, scarta a priori la possibilità che si sia trattato di un suicidio, in quanto suo figlio non aveva alcun tipo di problema. I familiari escludono anche che il ragazzo potesse essere ubriaco a tal punto da girare per la città senza un minimo di lucidità, dal momento che, a detta loro, John non avrebbe mai esagerato con l’alcol.

L’autopsia, rinviata a oggi, e i risultati degli esami tossicologici permetteranno di avere delucidazioni su questo aspetto. Nel frattempo, dalla comunità statunitense a Roma, si insiste sulla necessità di un controllo maggiore sulla vendita dell’alcol e sull’età degli acquirenti, o su un aumento dei prezzi che ne riducano la facilità di fruizione, prevenendo casi simili in futuro.

Corinna Spirito

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