Meglio una foto con qualche monumento romano o con le ancora più caratteristiche transenne con la scritta “lavori in corso”? Diventa sempre più difficile per i turisti in viaggio a Roma portarsi a casa un’immagine ricordo che li ritragga con le bellezze capitoline a far da sfondo. I fotografi amatoriali si trovano costretti ad un contorsionismo tra teli verdi, muri di cemento e sbarre di ferro, che circondano il cantiere a cielo aperto che è diventata la città eterna. Col rischio costante di cadere in qualche buca nel tentativo di trovare l’inquadratura giusta.
La canonizzazione. A pochi giorni dalla canonizzazione di papa Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II il problema diventa più incalzante. Le telecamere di tutto il mondo saranno puntate su piazza San Pietro. Ed è partita la corsa contro il tempo, per il Comune, nel tentativo di riuscire a ristabilire la condizione del manto stradale della zona interessata entro il 27 aprile e di realizzare un percorso per non vedenti a Castel Sant’Angelo. Ma soprattutto di trovare i fondi per attuare l’opera sanatoria: 9 milioni di euro secondo alcune indiscrezioni uscite dal Palazzo Senatorio.
Cifra che si aggiunge agli altri conti ancora da pagare per tentare di dare a Roma la dignità che merita. E il Salva Roma tarda ad arrivare.
Piazza Venezia. Sebbene l’urgenza adesso sia la zona attorno al Vaticano, gli abitanti romani lamentano una situazione generale che sta diventando insostenibile e pericolosa, non solo per chi si muove con l’automobile, ma anche per i pedoni. Passeggiando intorno a Piazza Venezia, ad esempio, attraversando da una parte all’altra della strada, si dovrà dar sfogo alla propria immaginazione per figurarsi le strisce pedonali, ormai quasi completamente sbiadite e la cui sistemazione spetterebbe al Comune.
Campo de’ fori. Oltre alla questione della segnaletica è la faccenda “buche” a rimanere il problema principale. Tra gli altri fori, che rendono le strade romane un percorso ad ostacoli, da cinque mesi in via Monserrato, vicino Piazza Farnese, è comparsa una voragine che, secondo il cartello, doveva essere riparata entro il 17 febbraio di quest’anno. La buca era stata scavata prima di Natale per sostituire alcune condutture del gas. Ricoperta e poi nuovamente bucata, nel processo sono stati danneggiati anche alcuni cavi Telecom e da mesi i residenti lamentano l’impossibilità di utilizzare il telefono fisso. Se non bastasse, il foro si sta riempiendo di acqua stagnante.
Il comune continua a fissare date di “fine lavori” puntualmente smentite. Per i romani la speranza è l’ultima a morire.
Silvia Renda