Una statua è stata trovata a pezzi sul retro della Galleria Borghese, a Roma. La triste scoperta è avvenuta nella mattinata dello scorso 11 settembre, in un giardino d’impianto neoclassico vicino al museo. Accanto ai frammenti della statua era presente una macchia rossa, probabilmente sangue, riconducibile all’autore del misfatto. Un gesto volontario, considerando che il vandalo, ancora non identificato, si sarà dovuto arrampicare sul basamento della statua per poi spingerla a terra con vigore.
Si tratta solo dell’ultimo esempio di atto vandalico a Roma, che testimonia l’inarrestabile degrado della Capitale. Un decadimento che coinvolge sindaco, amministrazione comunale, ma anche i cittadini, spesso responsabili dell’insufficiente attenzione e cura del tessuto urbano. Complice anche la scarsa sorveglianza da parte di alcune forze dell’ordine. Un abbandono fatto di piccoli e continui danni, più che di grandi distruzioni: dalle buche ai rifiuti, passando per cinghiali, muri imbrattati e monumenti deteriorati.
Danni talvolta irrisolti, come nel caso della piccola esedra che fronteggia l’Accademia britannica a Valle Giulia, dove due anni fa alcuni giovani hanno abbattuto circa due metri della recinzione a colonnette in travertino, mentre giocavano con le loro macchine. Il buco che si era creato è stato coperto con una transenna di metallo e un paio di tavole da cantiere, avvolte da una maglia di plastica rossa, ormai lacera. Soldi, impegno, qualità degli addetti e soprattutto una nuova mentalità sono le uniche soluzioni per tentare di restituire a Roma la sua prestigiosa bellezza.