Emergono ulteriori sviluppi sull’omicidio del giovane Luca Sacchi a Roma. Il giudice delle indagini preliminari Corrado Cappiello ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accusati di aver ucciso il ragazzo.
Nel documento si legge che è stato ritrovato lo zaino della fidanzata di Sacchi, Anastasia, al centro della vicenda perché potrebbe contenere del denaro per l’acquisto di droga dai due arrestati. Non solo: emerge che nuovi esami tossicologici sul corpo del giovane sono risultati negativi.
“Non volevo ucciderlo, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa”, ha raccontato Valerio Del Grosso ad alcuni amici, le cui testimonianze sono riportate nell’ordinanza. Ma “la volontarietà dell’omicidio appare indiscutibile – scrive il gip – tenuto conto dell’arma, della distanza ravvicinata e della zona del corpo della vittima presa di mira nel corso di una rapina violenta”.
Lo zaino di Anastasia è stato ritrovato in via Tor bella Monaca, tra le sterpaglie dello spartitraffico della rampa di accesso al Grande Raccordo Anulare. Tra i cespugli di via Ottaviano Conte di Palombara, inoltre, è stato rinvenuto un portatessere con i suoi documenti e un portafoglio. Ancora non è chiaro quanti soldi vi fossero e i pm vogliono risentire la ragazza perché non convince la sua versione dei fatti.
Intanto spunta un amico di Sacchi, con precedenti per droga, “contatto” comune con Valerio Del Grosso. Nell’ordinanza un testimone dell’omicidio dice che “al momento dell’esplosione del colpo di pistola” all’interno del pub John Cabot era presente anche un amico di Sacchi che si è allontanato “prima dell’arrivo dei Carabinieri”. Potrebbe trattarsi della stessa persona.
Tutto questo mentre l’autopsia svolta al policlinico Umberto I sul cadavere conferma che ad uccidere il ragazzo è stato un colpo di pistola e nuovi esami tossicologici hanno dato esito negativo. Quasi sicuramente, quindi, Sacchi non era sotto l’effetto di sostanze quando è morto.