Franco Baldini non è più il direttore generale della Roma. Proprio da questa casella lasciata vuota nell’organigramma, a seguito delle sue dimissioni, il club giallorosso intende ripartire per riempire i buchi dei recenti fallimenti. Per programmare un futuro finalmente roseo, la scelta del nuovo allenatore diventa una priorità per riparare ai flop Luis Enrique e Zeman.Le dimissioni di Baldini. Nella sua testa aveva già deciso. Almeno da dieci giorni; probabilmente lo stesso 26 maggio, data in cui i cugini laziali imponevano lo sgarbo più atroce ai giallorossi con la vittoria della Coppa Italia. Soltanto ieri però è stata scritta ufficialmente la parola fine all’avventura di Baldini alla Roma. Arrivato nell’estate 2011, direttamente da Londra dove lavorava con Capello nella Nazionale inglese, Baldini ha stentato sin da subito. Esordendo con quel “Totti pigro”, e “ancora mi chiedo chi me lo ha fatto fare” a tornare a Roma, il dg già prima di iniziare la sua esperienza si presentava alla piazza con dubbia autorevolezza e convinzione.
Poi, avendo accanto la figura del diesse Walter Sabatini, non è riuscito a ritagliarsi uno spazio adeguato. Quando ha provato ad alzare la cresta, la sorte gli gira le spalle. Sua l’idea di Luis Enrique, e del tanto decantato progetto che alla resa dei conti si rivelerà una scelta fallimentare. Baldini insomma non si è dimostrato all’altezza del suo ruolo. Non più brillante come quello della prima esperienza in giallorosso, quando convinse Sensi a spendere 70 miliardi per scucire il tricolore dalle maglie della Lazio. Per Baldini adesso il futuro parla nuovamente inglese: ad attenderlo c’è infatti Londra, sponda Tottenham.
Il futuro della Roma. Molto più incerto, rispetto a quello di Baldini, è il futuro della Roma. Alle prese con il rebus allenatore da ormai diverse settimane. Saltato Allegri, confermato al Milan, sembra ora più nebulosa anche la pista che porta a Laurent Blanc. Quest ultimo infatti era molto stimato da Baldini. Ma, visto che a decidere sarà il diesse Walter Sabatini, le possibilità di vedere sulla panchina giallorossa l’ex ct della nazionale francese si riducono al lumicino. Blanc infatti non convince Sabatini. Almeno non quanto Rudi Garcia. La Roma è pronta a offrire al tecnico del Lille un pluriennale. Un allenatore bravo, e tosto, finito nel mirino anche del Psg che gli ha proposto un anno di contratto fino a giugno 2014. Al momento Garcia non sembra affascinato dal progetto di traghettare il club francese per così poco tempo, avendo il destino già segnato dalla scelta di Wenger come suo successore. Ecco perché potrebbe scegliere la Roma. Oltre al nome di Garcia, circolano i soliti noti. Marcello Bielsa, intenzionato a lasciare il Bilbao, è una pista percorribile. Più difficile, invece, esaudire la volontà della piazza che, tra sondaggi su social network e telefonate alle radio, caldeggia il nome di Roberto Mancini. Il problema più grande, in questo caso, è quello economico. Mancini, nega di essere stato contattato dalla Roma, e sembrerebbe non essere disposto a trattare per meno di 5 milioni a stagione. Tuttavia, rumors dell’ultim’ora parlano del pressing della Roma sempre più insistente per convincere a un compromesso l’ex tecnico del City, che porterebbe nel suo staff anche il lazialissimo Angelo Gregucci. Infine, non vanno sottovalutate le ipotesi italiane, anche se meno probabili ad oggi, come quelle di Colantuono e Pioli. Di certo la Roma deve fare in fretta. Lo chiede la piazza. Lo chiede il “progetto” che stenta a ripartire. Ma che, stavolta, non può più permettersi di evaporare nel nulla come quelli dell’ultimo biennio.
Gianluca Natoli