Dopo le dimissioni di Ignazio Marino, a Roma è iniziato un difficile periodo di transizione. Salvo clamorose sorprese, si aprirà la fase del commissariamento che traghetterà la città verso nuove elezioni. C’è ancora incertezza sia riguardo il nome che nei prossimi mesi guiderà il Campidoglio, sia per la scelta dei candidati che si contenderanno la guida della Capitale. Non è certa nemmeno la data delle elezioni, visto che si continua a parlare di un ipotetico rinvio per evitare la coincidenza con il Giubileo. In un simile caos, è stato l’attuale prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a provare a mettere un po’ d’ordine: «La città si sta preparando al Giubileo. Roma è una città che sta in piedi da oltre duemila anni».
Nelle ultime ore si è aperto un nuovo fronte politico: la battaglia sui municipi. A doverla fronteggiare sarà proprio Gabrielli. A lanciare il sasso sono stati i minisindaci del Pd, il cui mandato si esaurisce insieme a quello di Ignazio Marino, che hanno chiesto a Matteo Orfini di lavorare sulla possibilità che Gabrielli nomini commissari dei municipi i presidenti stessi. A opporsi con forza a una simile idea sono stati il forzista Marco Palma e Francesco Smedile del gruppo misto: «Dopo l’ufficializzazione delle dimissioni di Marino, si passa alla fase dei municipi e se verrà confermata l’idea di nominare sub commissari i presidenti uscenti, sarà l’ultima marinata della storia di questi due anni perché si creerebbero condizioni di non equilibrio nella preparazione alla campagna elettorale. Il prefetto vigili su questi ultimi giorni di Marino che, come del resto per i primi due anni, non ha finito mai di sorprenderci», hanno concluso Palma e Smedile.
Valerio Dardanelli