HomeCronaca Roma, Marino: resto qui fino al 2023. Il sindaco risponde a chi vuole le sue dimissioni

Roma, Marino: resto qui fino al 2023. Il sindaco risponde a chi vuole le sue dimissioni

di Emanuele Bianchi19 Giugno 2015
19 Giugno 2015

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Roberta Angelilli, Ncd

«Chiedo una grande mobilitazione civica, voglio che i romani mostrino il loro vero volto, non quello che raccontano la tv e i giornali perché la nostra è una città popolata da persone per bene. Chiedo soprattutto alla giunta di maggioranza un grande sforzo per fare in modo che Roma sia veramente la capitale d’Italia e d’Europa». Queste le parole del sindaco di Roma Ignazio Marino a margine dell’incontro alla Protomoteca del Campidoglio per illustrare i dettagli del piano studiato risollevare l’Ama dalla crisi gestionale cronica provando così a restituire a Roma le attenzioni che merita la città che da molti viene definita “la più bella del mondo”. Durante la conferenza stampa Marino si è difeso dagli attacchi ricevuti trasversalmente dal M5S e dalla Lista Marchini oltre che da buona parte del centrodestra e della sinistra più estrema con l’aggiunta delle “videofrecciatine” del premier Matteo Renzi riferite ai continui scandali legati ai filoni dell’inchiesta “Mafia Capitale” dicendo: «Abbiamo azzerato tutto con una sorta di “reset” come si fa con i computer. Abbiamo voluto ricominciare proprio combattendo sui rifiuti non solo metaforicamente ma anche concretamente».

Durante la conferenza stampa del sindaco di Roma fuori dal Capidoglio si è svolto un flash mob di Ncd. I manifestanti esibivano un manifesto in cui Marino appariva ben saldo accanto ad una lussuosa e accogliente poltrona riferendosi chiaramente alle orecchie da mercante che Marino fa alle richieste di dimissioni che provengono da ogni schieramento politico. Il coordinatore Ncd del Lazio Roberta Angelilli ha detto in un’intervista rilasciata all’AdnKronos che «siamo qui insieme ai cittadini per chiedere a gran voce al sindaco Marino di dimettersi: non solo perché nell’indagine Mafia Capitale c’è il coinvolgimento di molti esponenti della sua maggioranza ma soprattutto perché oltre al malaffare la Capitale è ormai una città bloccata, allo sbando… Di fronte a questo fallimento – ha chiosato Angelilli – ai cittadini, categorie e movimenti in protesta il sindaco risponde con sorrisi di scherno… Non si rende conto di essere imbarazzante e fuori luogo: è un atteggiamento che non offende soltanto i manifestanti ma umilia un’intera città».

Ma le critiche a Ignazio Marino in questo periodo sembrano proliferare come avvoltoi su una carcassa: a causa della richiesta del Mef (Ministero economia e finanza) al Campidoglio di alleggerire il bilancio di Roma Capitale gira voce che per molti dipendenti sia stato deciso il blocco degli stipendi della durata di 6 anni. Con ogni probabilità la revisione economica colpirà più duramente educatori delle scuole primarie e il personale dei vigili urbani. Ma Marino ha anche nemici in consiglio comunale e nella sua stessa  giunta: due assessori al bilancio e alla mobilità (rispettivamente Silvia Scozzese e Guido Improta) sembra siano poco graditi anche all’interno della maggioranza. L’accusa per loro è di essere filorenziani. Vengono additati come emissari del governo nella giunta in considerazione della loro prudenza nell’approvare progetti e concedere finanziamenti.

Emanuele Bianchi

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