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Roma, Malagrotta da discarica a parco. È gia polemica sulla raccolta dei rifiuti.

di Alessandra Pepe20 Settembre 2013
20 Settembre 2013

malagrotta-21Dopo più di 30 anni di “onorato servizio” la discarica di Malagrotta chiuderà i battenti il 30 settembre. Lo ha annunciato ieri Ignazio Marino al termine di un incontro con il ministro Andrea Orlando, il governatore Nicola Zingaretti e gli assessori all’Ambiente della Regione e del Campidoglio, Michele Civita ed Estella Marino. «Non solo l’impianto fermerà la sua attività, ma – ha dichiarato il primo cittadino –  sarà ricoperto di terra e trasformato in un parco con 100mila alberi».
Il sindaco di Roma  ha definito la chiusura di Malagrotta  «tombale» e ha promesso che «questo processo inizierà ad ottobre e non ci saranno proroghe. Poi dobbiamo definire alcuni aspetti tecnici su cui il commissario Goffredo Sottile e prefetto devono ancora darci informazioni. Stiamo lavorando per cercare di recepire – ha sottolineato Marino – le indicazioni che vengono dal territorio. Rispetto all’ipotesi iniziale si è deciso che il numero dei camion in transito ogni giorno sarà ridotto da 60 a 12».
Il post-Malgrotta. Il ministro dell’Ambiente Orlando, salvo imprevisti, firmerà la settimana prossima il decreto per portare nella nuova discarica di Falcognana (che prenderà il nome del “Divino Amore”)  300 tonnellate di rifiuti al giorno. Come ha confermato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti «Si va avanti col processo dell’affido e del trasferimento dei rifiuti e il conferimento di una parte a Falcognana. L’obiettivo è di partire il primo ottobre»  E il ministro Orlando ha assicurato che il tempo per l’autorizzazione «sarà lo stretto necessario».   
Un progetto di smaltimento complicato. Tra i dettagli da definire ancora anche la Fos “frazione organica stabilizzata”, prodotta dagli impianti di Malagrotta che resterebbe in funzione e che potrebbe rimanere nell’area per permettere la realizzazione del parco. Tra le cause che hanno costretto a rimandare la firma c’è il risultato della gara Ama sull’invio della maggior parte dei rifiuti fuori dalla Capitale. Nel caso in cui Malagrotta dovesse chiudere, bisognerà far funzionare Falcognana e l’export dei rifiuti. Attualmente ci sono due gare: una europea con tempi lunghi a cui concorrono 5 aziende, e una a “inviti” con tempi immediati  per cui sono rimaste in campo 3 società. Fra pochi giorni sarà chiaro quanti rifiuti saranno esportati e in quale località. Come ha sottolineato Zingaretti «Si va avanti raccogliendo le varie istanze per limitare le difficoltà d’impatto sui territori».
La polemica “No discarica del Divino Amore”. Ieri contemporaneamente all’annuncio di Marino riguardo alla trasformazione di Malagrotta in parco e alla sua sostituzione con  Falcognana, sono continuate le proteste dei cittadini per la  nuova area di smaltimento. «La discarica non è la soluzione al problema rifiuti e quella del Divino Amore rischia di diventare una nuova Malagrotta. Marino dice che vuol sversare qui 300 tonnellate al giorno solo per due anni, ma a noi risulta che di questo passo la discarica si riempirà in dieci anni», è quanto ha ribadito Gianluca Lari, esponente del comitato dei cittadini. Lari ha, inoltre, proposto una soluzione all’emergenza: «bisogna smettere di guardare al rifiuto come ad uno scarto perché studi scientifici dimostrano come solo il 5-10 per cento non sia riciclabile. La soluzione è bloccare questo progetto, trasferire ora rifiuti all’estero, cosa che in parte già avviene» Per domani è prevista una nuova manifestazione per protestare contro la discarica a Falcognana organizzata dal comitato dei cittadini, che sfilerà in un corteo con partenza da piazza della Repubblica alle 15,30 e arrivo a  Piazza Santi Apostoli, dove sarà allestita una tenda simbolo della protesta.     

 

di Alessandra Pepe

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