Scene di degrado e incuria all’ordine del giorno. È questa la situazione in cui imperversa la città di Roma, che da mesi è alle prese con emergenza rifiuti, cinghiali, inefficienza dei trasporti e scarsa manutenzione delle aree verdi. Uno stato di decadenza al quale sembrano essersi rassegnati cittadini e amministrazione della Capitale. Roberto Gualtieri, all’indomani della sua elezione a sindaco di Roma nell’ottobre 2021, aveva promesso una “Roma pulita entro Natale”. Oggi, a quasi un anno di distanza, la realtà non è cambiata e in molti quartieri, compresi quelli centrali, la spazzatura si trova più fuori che dentro i cassonetti invadendo anche strade e marciapiedi.
Un pessimo biglietto da visita per i turisti che non hanno perso l’occasione per denunciare la sporcizia che invade la Città Eterna. È il caso di una turista italiana che, dopo aver visitato la Capitale, ha scritto una lettera inviata via mail alla commissione Ambiente in cui viene riportato che la città “versa in uno stato di degrado per cui si possono usare tutti gli aggettivi negativi del dizionario italiano”.
Il presidente della commissione, Giammarco Palmieri, replica a Lumsanews che si tratta di una “situazione che si trascina da tempo, dettata dall’incapacità per troppi anni di programmare”. L’attività di spazzamento stradale, secondo Palmieri, è stata abbandonata da anni: a luglio il sindaco ha presentato un nuovo progetto per comprare nuovi mezzi e assumere nuove persone per mettere in ogni municipio delle squadre ad hoc”. L’obiettivo – precisa – è quello di “superare le criticità che c’erano e che evidentemente ancora ci sono, per andare a regime entro fine anno. Ci auguriamo che dall’anno prossimo possano cominciare a vedersi in tutta la città segnali evidenti legati al miglioramento della qualità dello spazzamento”.
L’autrice della lettera, che si è definita “esterrefatta” da quanto visto, ha parlato poi di erbacce che crescono su fontane e monumenti, ma anche di comportamenti gravi che restano impuniti. A tal proposito, l’assessorato all’Ambiente di Roma ha riunito settimanalmente un Tavolo per il decoro, voluto dal sindaco Gualtieri per coordinare gli interventi delle diverse strutture che operano in città nell’ambito tecnico.
Nell’ultimo periodo l’attenzione si è concentrata sul diserbo, in particolare sugli interventi da attivare sulla grande viabilità, con un piano che prevede lavori su circa 1.200 strade in 24 giorni. “Noi ci siamo trovati ad affidare poche settimane fa gli appalti, perché nella precedente amministrazione non si era pensato ad avviare per tempo le procedure per una gara lunghissima”, denuncia Palmieri, che aggiunge: “Parliamo di 16 lotti per tutta la città con centinaia di operatori. Siamo stati due anni senza un servizio specifico di diserbo”.
L’assenteismo dell’amministrazione è visibile soprattutto nelle aree verdi. Di queste, oltre 200 sono state date in adozione dal Comune ai cittadini. Si tratta di giardini, situati soprattutto nel centro storico, che centinaia di romani mantengono, con regolarità e in maniera del tutto gratuita, spesso sotto forma di associazioni, puliti e decorosi.
Esemplare l’attività di Retake Roma, un’associazione di volontariato che da oltre dieci anni è impegnata nella lotta al degrado. L’obiettivo dichiarato dalla presidente Francesca Elisa Leonelli a Lumsanews è quello di “riportare i cittadini ad avere un ruolo attivo nella città, sentirsi protagonisti degli scenari che vivono. Quartiere per quartiere, durante i weekend, vengono organizzati eventi di cura delle strade, delle scuole o di piccoli parchi”.
L’ultimo il 17 settembre, in occasione del World Cleanup Day, quando l’associazione ha deciso di ripulire il Parco della Caffarella, l’area verde della Capitale tra via Latina e via Appia Antica. Circa 500 persone sono state impegnate nell’iniziativa. “La risposta negli anni – racconta Leonelli – è stata molto variegata: alcuni si avvicinano incuriositi e li vedi all’appuntamento successivo; altre volte riscontriamo perplessità perché la gente pensa che sono attività di cui si dovrebbe occupare l’amministrazione. Noi però siamo convinti che, anche in una città in cui tutto è al proprio posto, i cittadini rappresentano un valore aggiunto perché hanno la possibilità di creare delle comunità locali attente alla sicurezza e alla cura dei quartieri”.
Per le adozioni, il Comune provvede solo a rilasciare una polizza assicurativa contro gli infortuni. “Su questo – dice il presidente della commissione Ambiente – vorremmo fare un salto di qualità: credo che la presa in carico da parte dei cittadini di beni comuni sia un valore importante che l’amministrazione deve sostenere. È evidente che in molte circostanze l’attivismo dei cittadini è andato a supplire a delle carenze dell’amministrazione”.
Per Palmieri è dunque necessario “realizzare dei patti di collaborazione sulle aree verdi che riguardano la gestione comune a 360 gradi tra amministrazione e cittadini, dalla riprogettazione delle aree allo svolgimento delle attività, anche di cura”.
Una proposta condivisa dalla presidente di Retake: “Noi siamo dei forti sostenitori della regolamentazione dei beni comuni, che permette di disciplinare i cosiddetti ‘patti di collaborazione’, che rappresentano il più alto livello di cittadinanza attiva. L’adozione – aggiunge Leonelli – fa sì che un insieme di cittadini si ritrovi ad occuparsi di tutto ciò che concerne quel parco o di quel bene oggetto dell’adozione in comune. Noi come Retake non abbiamo mai fatto adozioni perché siamo convinti che il ruolo del cittadino non debba essere quello di rimpiazzare un’istituzione mancante, ma di svolgere un’azione complementare”.
In questa direzione va anche l’istituzione delle Ama di municipio, che secondo Palmieri sarà una delle prossime misure dell’amministrazione per programmare e strutturare al meglio il servizio tra istituzioni e quartieri.