ROMA – La dolce vita a pagamento. La proposta del Comune di Roma sulla Fontana di Trevi a numero chiuso piace al governo. La ministra del Turismo Daniela Santanchè apre al progetto di Alessandro Onorato, assessore al Turismo della Capitale: un euro simbolico per scaglionare gli accessi e contrastare il sovraffollamento. Non per i romani, ma solo per i turisti. Per intenderci, se Federico Fellini avesse girato la celebre scena della fontana ai giorni nostri, Anita Ekberg avrebbe chiamato Marcello Mastroianni ancor prima di tuffarsi: le sarebbe servito qualche spiccio per entrare. Una spesa certo conveniente, visto il risultato cinematografico.
Un euro solo per i turisti
Insomma, la Fontana di Trevi come il Pantheon, dove i non residenti pagano il biglietto cinque euro. Una misura necessaria per valorizzare il patrimonio artistico, almeno secondo Santanchè: “Dobbiamo mettere a reddito le nostre ricchezze, quindi va bene far pagare e creare un meccanismo di prenotazione, e non di numero chiuso, per regolare i flussi e dare servizi migliori e sostenibili ai turisti”. A patto che “il Comune abbia poi la capacità di garantire i dovuti controlli e il rispetto delle regole”.
Il sindaco Gualtieri: “Ipotesi concreta”
Dal canto suo, il sindaco Roberto Gualtieri conferma il piano: “Stiamo ragionando su questa ipotesi molto concreta, che abbiamo deciso di approfondire perché la situazione a Fontana di Trevi sta diventando tecnicamente molto difficile da gestire”. Il sistema di prenotazione migliorerebbe anche la fruizione del monumento, per dare a tutti la possibilità di ammirarlo da vicino. Senza dimenticare i benefici in termini di sicurezza e mantenimento della fontana, spesso nel mirino di vandali e turisti irresponsabili. In breve, il costo da pagare per conservare l’eterna bellezza.