Non solo una partita da tre punti, ma il bivio spartiacque per i suoi duellanti. Il posticipo serale di domenica, Roma-Inter, è già il momento verità per le due squadre. Il club di casa è reduce da mesi sulle montagne russe. La positiva qualificazione agli ottavi di Champion’s – in un girone non impossibile – è contornata da frequenti inciampi in campionato figli di una costante fragilità tattica e del flop di molti nuovi acquisti, Javier Pastore su tutti. Nelle ultime cinque partite la Roma ha accumulato appena cinque punti, vincendo una sola volta e perdendo con la Spal e l’Udinese. Ma soprattutto sono sparite la cattiveria agonistica e un numero minimo di certezze, con una squadra finora in balia di qualche fiammata e di lunghi blackout.
A inizio dicembre la Roma è già fuori dalla lotta al titolo, cosa non preventivata ad agosto, e i rumors di Trigoria raccontano un Pallotta “deluso” e un Di Francesco in bilico, con Paolo Sousa già pronto a subentrargli. All’Olimpico contro il Real sono scesi in campo i ventenni Under, Zaniolo, El Shaarawy, Kluivert e Schick. Forse da questa squadra è impossibile pretendere esperienza e costanza.
L’Inter sta meglio, terza a 28 punti, ma la sconfitta di Londra ha complicato la qualificazione agli ottavi di Champions ed evidenziato alcune problematiche finora inevase. Questo alla vigilia del tour de force con le tre sfide a Roma, Juventus e Psv. Spalletti è alle prese con un Naingollan a metà, condizionato da continui infortuni, e un Perisic in involuzione da mesi. Mentre Lautaro Martinez, il cui padre ha attaccato l’allenatore su twitter, scalpita per giocare di più. Brozovic, Borca Valero e Vecino sono apparsi stanchi mercoledì, ma l’Inter adesso non può staccare la spina.
Chi vincerà domenica tornerà a respirare.