Dall’ombra della Cupola alle mura di villa Pamphili, dalle strade del Pigneto a Trastevere, passando per Monteverde, Ostiense, viale Marconi: Roma, tra pochi mesi capitale ecumenica della fede in vista del Giubileo straordinario, è una grande discarica a cielo aperto, invasa da miasmi, topi, cumuli di immondizia.
Questa volta l’allarme arriva direttamente dai territori, dai presidenti dei Municipi che si fanno portavoce del disagio di cittadini e residenti, esasperati dalla sporcizia e dai cassonetti stracolmi, dalla periferia al centro storico.
«Roma è sporca – è la denuncia lanciata dal sindaco Ignazio Marino -. È chiaro che quello che abbiamo davanti agli occhi fa riferimento a una svolta epocale che stiamo imprimendo a questa città. Una svolta che crea dissenso in alcuni attori che hanno gestito di fatto, in maniera legittima ma da monopolisti, lo smaltimento dei rifiuti».
Mentre crescono le segnalazioni dei cittadini, la coordinatrice dei mini-sindaci della Capitale, oltre che presidente del XII Municipio, Cristina Maltese parla di una situazione che sta lentamente scivolando verso l’emergenza. «Per quanto riguarda il mio Municipio – ha spiegato Maltese – ho fatto un giro a Monteverde e ho trovato strade molto sporche e cassonetti pieni, con parte dei rifiuti di cartone in terra».
L’emergenza più consistente – ma anche la più evidente, considerato l’alto afflusso di turisti in visita al Papa e ai Musei Vaticani – si registra nel quartiere Prati dove i residenti sono costretti a fare lo slalom tra i rifiuti, talvolta costituiti da oggetti ingombranti che necessiterebbero, piuttosto, di uno smaltimento speciale. «A Prati abbiamo rivisto il posizionamento di tutti i cassonetti perché l’attuale disposizione non copre il fabbisogno – ha detto in un’intervista a Repubblica, Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I-. A Trastevere, invece, a partire dal 15 giugno, non sarà più possibile lasciare i sacchetti dell’immondizia a terra. E nei palazzi dove abbiamo anche due cestoni ne apparirà un terzo polifunzionale per la frazione di quel giorno, che sarà svuotato quotidianamente».
Intanto i sindacati dell’Ama, nonostante l’appello lanciato dal sindaco Marino ai lavoratori dell’Azienda Municipale Ambiente di Roma «perché aiutino le altre romane e gli altri romani a determinare questo cambio epocale» proclamano lo stato di agitazione. Lunedì 25 ci sarà lo sciopero nazionale della categoria, indetto – stando a quanto affermato dagli stessi sindacati – perché gli impegni presi nella riunione dello scorso 8 aprile dall’amministrazione e dai vertici aziendali, ad oggi, non hanno trovato riscontro.
«Abbiamo tutti gli strumenti per uscire dall’emergenza – ha rassicurato il presidente dell’Ama, Daniele Fortini -. Dopo l’attivazione dell’impianto di Rocca Cencia e il trasferimento di una parte dei rifiuti Viterbo stiamo lavorando per individuare altri siti». Poi, in vista dello sciopero di lunedì, Fortini ha assicurato che verrà garantita la pulizia dei mercati e la raccolta dell’immondizia prodotta da ospedali e caserme.
«Urge soprattutto una collaborazione da parte di tutti i cittadini – ha spiegato Angelo Vastola, consigliere Pd del Municipio XI e presidente della commissione speciale riqualificazione di Valle Galeria -. Dovrebbe esserci una maggiore sensibilizzazione di tutti i residenti che non sempre dimostrano di avere a cuore il tema della raccolta differenziata».
Samantha De Martin