HomeCronaca Roma, da due anni morta in casa. I vicini avevano sigillato la porta per l’odore

Roma, da due anni morta in casa. I vicini avevano sigillato la porta per l’odore

di Anna Bigano18 Settembre 2015
18 Settembre 2015

 

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Si chiamava Maria Carmela Privitera, aveva 63 anni ed era un’insegnante di arte in pensione. Dopo aver smesso di lavorare si era trasferita a Ponte di Nona, quartiere dormitorio alla periferia di Roma. L’ha trovata ieri – cadavere ormai mummificato – un ufficiale giudiziario che ha sfondato la porta del suo appartamento per eseguire uno sfratto per morosità ordinato dal tribunale. Il calendario era appeso alla parete alla pagina di novembre 2013: da quasi due anni, con tutta probabilità (ma per conoscere la data esatta e la causa della morte bisognerà attendere l’autopsia) la Privitera giaceva sul pavimento accanto al letto, in pigiama, con gli occhiali ancora sul naso e la stampella posata lì vicino. In cucina, la pentola dell’acqua ancora sul fornello, due sofficini decomposti in padella.
Nessuno, in tutto questo tempo, l’ha cercata. La donna non aveva parenti stretti, né amici. I vicini, indispettiti dal tanfo proveniente dall’appartamento, ma senza preoccuparsi delle possibili cause, avevano chiamato l’amministratore di condominio, poi la polizia. Alle loro lamentele, nessuna risposta. Allora avevano escogitato una soluzione fai-da-te: sigillare la porta con il nastro adesivo da pacchi, per limitare la diffusione dell’odore. Il proprietario dell’appartamento, un comandante dei Carabinieri di Molfetta, pensava che la Privitera si nascondesse per non pagare l’affitto. Gli altri abitanti del condominio, forse per cercare di alleggerirsi la coscienza, giurano però che almeno in un’occasione il comandante Ingrosso si fosse appostato dietro la porta della Privitera: impossibile che non abbia sentito la puzza sul pianerottolo.
La donna era nata a Siracusa nel 1952. Aveva insegnato alla scuola media Moscati, alla Garbatella, fino al 2007, quando si era congedata per una disabilità agli arti inferiori. Ora, a ricordarla, c’è solo l’ex preside dell’istituto, anche lei in pensione: «Aveva una figura esile di donna fragile sempre malata, spesso assente, sempre protetta dalle colleghe, dalla scuola, ma non da se stessa».

Anna Bigano

 

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