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Roma blindata, allerta scontri con Salvini e centri sociali in corteo

di Federico Capurso26 Febbraio 2015
26 Febbraio 2015

salviniroma-633x394Sabato saranno più di tremila, tra carabinieri, polizia e guardia di finanza, tutti pronti a blindare Roma per il raduno dei leghisti di Matteo Salvini a piazza del Popolo. Quarantamila i partecipanti (secondo gli organizzatori) in arrivo a bordo di centocinquanta pullman del Carroccio e quaranta dal sud Italia, organizzati dai neofascisti di Casa Pound. Il timore di scontri nasce dalla presenza del contro-corteo “Mai con Salvini”, organizzato dai centri sociali e al quale aderiranno anche i No-Tav, che conterà intorno alle 5mila presenze e che da piazza Vittorio muoverà per Campo de’ Fiori.

Il primo problema è che a pochi metri proprio da piazza Vittorio, in via Napoleone III, hanno la propria sede i “fascisti del terzo millennio”. I capo bastone di Casa Pound avevano chiesto di poter organizzare un picchetto proprio nella piazza da dove sarebbero partiti i centri sociali. Richiesta bocciata, certo, ma gli estremisti di destra si dicono comunque intenzionati a far partire dalla loro sede il corteo che poi si unirà ai leghisti in piazza del Popolo. E dunque, non c’è solo il rischio di scontri con le forze dell’ordine, nonostante le misure prese dalla prefettura.

Convocato per oggi dal questore Nicolò D’Angelo anche il Tavolo tecnico che si occuperà del percorso dei cortei, partendo dalle misure già fissate dal Comitato per la sicurezza. «Siamo in campo per evitare che ci siano situazioni che possano degenerare – avverte il prefetto Giuseppe Pecoraro – ma oggi non pensiamo ci siano particolari rischi».

I commercianti dell’Esquilino non la pensano allo stesso modo. In molti pensano alla serrata, memori dei cassonetti in fiamme e delle vetrine infrante nel corso dei numerosi cortei che regolarmente attraversano il quartiere.

A Roma, la città nemica della Lega che fu, Salvini cercherà di prendere lo slancio per fare del suo partito la prima forza nazionale della destra. Il Carroccio che si dimostra tanto forte in tv quanto debole nelle divisioni tra dirigenza di partito e potentati locali, con i veneti Flavio Tosi e Luca Zaia in testa, è di fronte a una prova del fuoco. I possibili scontri, oltre a gettare un’ombra sulle aspirazioni nazionali leghiste, potrebbero riuscire a spostare tutta l’attenzione mediatica tanto cara a Salvini dal raduno alle violenze di piazza.

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