Si parla di “condotte criminose e cartelloni da stadio incitanti alla violenza” nell’ordinanza emessa dalla Procura di Roma che ha portato all’arresto di Gennaro De Tommaso (meglio conosciuto con il nome di Genny a’ carogna), per i fatti avvenuti all’interno e all’esterno dello stadio Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso. Insieme a lui altri 4 ultrà del Napoli sono stati arrestati con l’accusa di concorso in resistenza a pubblico ufficiale e violazione della normativa sulle competizioni sportive, in particolare “lancio di materiale pericoloso ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive”.
Genny è stato arrestato e messo ai domiciliari dalla Digos di Roma perché considerato “leader e istigatore delle violenze” durante la finale di Coppa Italia quando, in zona piazza Mazzini, un gruppo di napoletani iniziò a lanciare, con lo scopo di tendere agguati, petardi e fumogeni contro la tifoseria fiorentina. La notte del 3 maggio De Tommaso, a cavalcioni sulle recinzioni dello stadio, ha parlato a lungo con i responsabili della sicurezza all’Olimpico per trattare, si presume, con dirigenti, forze dell’ordine e curva azzurra, che inizialmente era contraria a giocare dopo la notizia del ferimento di Ciro Esposito
Quello stesso giorno inoltre, un altro grave fatto caratterizzò la giornata di scontri: il tifoso napoletano Ciro Esposito perse la vita a causa di un colpo di pistola esploso durante gli episodi di violenza nei pressi di Tor Di Quinto, sempre nella capitale. Per la morte di Esposito è accusato l’ultrà giallorosso Daniele De Santis.