La rivoluzione annunciata alla fine è arrivata: Roma cambierà volto e i suoi municipi scenderanno di numero passando da venti (in realtà già 19) a quindici. La seduta di ieri 11 marzo del consiglio comunale ha approvato il nuovo assetto di Roma sciogliendo le ultime riserve che ne hanno ostacolato l’approvazione e alimentato polemiche nell’aula Giulio Cesare.
Accorpamenti. Avere meno municipi e accorpare i servizi, cosi il municipio di San Giovanni non sarà diviso in due come inizialmente immaginato, ma confluirà integralmente nel X municipio. Gli altri municipi che si uniranno sono: il I col XVII, il II col III e il VI col VII. A cambiare sarà anche la numerazione, ovviamente a scalare che partirà dal I Centro Storico e così via fino al XV, l’attuale XX. Non cambierà solo la denominazione formale. La riduzione dei municipi è stata approvata allo scadere del termine ultimo possibile per far decidere la questione all’assemblea comunale prima che finisse nella mani del Prefetto di Roma.
Confusione con le elezioni comunali. Una rivoluzione che porta con sé non pochi problemi organizzativi e di gestione in vista delle elezioni comunali previste per fine maggio ma che l’assemblea capitolina ha votato a larga maggioranza (38 favorevoli, 4 contrari e 4 astenuti). Ma le insidie sono dietro l’angolo soprattutto per una città che si sta preparando alle elezioni. Per questo, almeno fino al voto, accanto alla nuova numerazione rimarrà ben evidente anche il vecchio numero del municipio, tutto in attesa di recepire un altro emendamento approvato sempre oggi in aula Giulio Cesare: quello che prevede l’adozione di un nome vero e proprio per ciascun municipio.
Reazioni politiche. A seguire le ultime fase del voto anche il sindaco Gianni Alemannoche ha ricordato come “il meccanismo di accorpamento può sembrare uno smembramento e lasciare scontenti” ma che dimostra quanto “i municipi hanno acquisito un’identità”. Soddisfatto anche il presidente del consiglio, Marco Pomarici: “Il nuovo assetto dei municipi ha tenuto conto di tutte le peculiarità dei territori senza stravolgerli; siamo riusciti a dare un nuovo volto razionale alla città di Roma”. Meno contento è il capogruppo Pd in Campidoglio Umberto Marroni: “la scelta del Pdl di approvare l’accorpamento IX e X produce un municipio sproporzionato”. Felice anche Matteo Costantini, candidato con la lista civica “Uniti per il centro storico” alla presidenza del I municipio che ha accolto la trasformazione come una rivoluzione: “Finalmente nasce la City di Roma, proprio come a Londra. Un passaggio storico che attrarrà nuovi investimenti e aprirà importanti opportunità di crescita per il centro storico della Capitale”.
Marco Potenziani