Per ora gli ambulanti restano.Tutto rimandato al 2020. Nella giornata di giovedì 3 Novembre infatti il consiglio comunale di Roma ha approvato la mozione dei cinque stelle prorogando fino al 2020 le concessioni sui posteggi delle aree pubbliche. La decisione della giunta andrebbe contro la direttiva europea Bolkestein, già approvata dal governo, che prevede la messa al bando dei permessi su suolo pubblico (mercati, bancarelle, edicole, etc) a partire da maggio 2017. Non riguarda soltanto Roma, ma qui si sente di più. Gli ambulanti in tutto il centro storico, sono circa diecimila, e anche piuttosto arrabbiati. Al grido di “Te sfonnamo” e “Buffone” hanno accompagnato l’intervento in aula del capogruppo della lista Marchini Alessandro Onorato, che chiedeva chiarezza sulla gestione della situazione. Animi surriscaldati in tutta la sessione di voto, che ha fatto registrare 31 voti favorevoli e 7 contrari. La questione però rimane di interesse nazionale, quindi l’ultima parola resterà al parlamento. Dove i grillini la pensano uguale. «Non è solo una questione di Bolkestein. Hanno svenduto le nostre aziende di stato, la nostra scuola, la nostra sanità e ora stanno svendendo il vostro lavoro. La chiamano liberalizzazione, globalizzazione, ma sono tutte sciocchezze. Siamo uno stato sovrano e ci riprenderemo la nostra sovranità» parole di Luigi Di Maio, alla manifestazione degli ambulanti lo scorso 28 settembre a Piazza Republica a Roma. Proprio in questa occasione il pentastellato sarebbe stato fotografato con Dario Trecidine, rampollo della famiglia romana che controllerebbe tutto il mercato del commercio su area pubblica.
L’impero tredicine All’inizio i Tredicine avevano le caldarroste, poi pian piano si sono espansi. Hanno comprato tutte le licenze, camion bar, banchi di abbigliamento e merce varia. Secondo un’inchiesta di Repubblica, nel 2012 controllavano 42 dei 68 esercizi nel centro della capitale. La situazione non sembra essere molto cambiata. Dei trecento posti storici assegnati una settantina di anni fa dal comune, ne hanno circa la metà. Praticamente un monopolio. Reso ancora più tale dal fatto che Mario è vicepresidente di Upvad-Confcommercio (Unione Provinciale Venditori al dettaglio) e Dino vicepresidente della Fivag-Cisl (Federaziobe Italiana Venditori Ambulanti). Giancarlo, nipote di Alfiero, è sotto processo nell’inchiesta Mafia Capitale per corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa. «Sono stati ritenuti sussistere gravi indizi di aver commesso il delitto di corruzione per l’esercizio della funzione, concretizzatasi nella ricezione da Buzzi di promesse ed erogazioni continuative di denaro e altre utilità a contenuto patrimoniale» scrive di lui il gip Flavia Costantini.
Il mercato dei camion bar Un business che vale un sacco di soldi. Nella zona di San Pietro, tra via della Conciliazione e Borgo Pio, controllata da Donatella Tita, si arriva a guadagnare anche novemila euro al mese per postazione. Ci lavorano immigrati bengalesi con contratti che a mala pena superano i mille euro, per non meno di dodici ore al giorno. I costi, piuttosto bassi. Nel 2014 l’amministrazione Marino ha alzato i canoni di rotazione a €325,14 al mese per i posteggi che vendono birre e gelati, a €278,93 per bibite, sorbetti e dolciumi e a €79,69 per gli urtisti (souvenir e santini). Il 29 Gennaio di quest’anno il Tar ha rigettato il ricorso dei Tredicine e di altri privati, dichiarando che l’amministrazione di Roma Capitale si può riservare il diritto di stabilire i prezzi delle commissioni in base all’ interesse turistico del sito e alla possibilità di guadagno degli esercenti. I cinque stelle però sembrano fare gli interessi di questa piccola lobby. Marino li aveva rimossi da Colosseo e Fori Imperiali, loro paiono rimettere in discussione tutto. Memorabili le parole di Adriano Meloni, responsabile dell’ufficio disciplina commercio su area pubblica nello scorso giugno. «I camion bar non sono belli, ma svolgono un ruolo importante» a far da coro a quelle di Alfiero Tredicine «Siamo disposti a modificare la struttura dei camion, e magari anche a vendere prodotti diversi, più legati alla tradizione». Tutto pur di tornare al Colosseo e non stare sul lungotevere, dove ci passa molta meno gente.
Il dibattito sul bando «La Bolkestein fa entrare le s.p.a nei bandi pubblici. Facendo così i Tredicine non sono esclusi, semplicemente si mettono in competizione Tredicine con le s.p.a» ci ha detto Andrea Coia,consigliere M5S e depositario della mozione.«Le liberalizzazioni o sono per tutti o sono per nessuno, perché solo per questa categoria? Quando c’è un impegno economico, uno deve dare dei tempi di ammortamento delle licenze» aggiunge.
Differente la posizione del consigliere PD Michela De Biase. «Al più presto va redatto e quindi l’unica cosa è fare una proroga per la stesura del bando ma chi prospetta una soluzione diversa non conosce le direttive europee» spiega a Lumsanews in un’intervista esclusiva.
Al centro sempre i piccoli.«La normativa sul commercio su area pubblica andrà rivista. Introdurremo dei limiti a favore dell’ambulante singolo» il parere di Coia.
«Non esiste proporre una proroga per tutelare i piccoli esercenti. Se si fa un bando si fa un bando, con determinati criteri. Il fatto di dire chiedo una proroga e mantenere lo status quo che c’è a Roma non va bene perché alla questione commercio del suolo pubblico sono legati altri fattori come decoro, ordine pubblico e trasporto. Si dovrebbero capire bene prima i requisiti, poi ognuno partecipi al bando, perché non si può vedere un commercio ambulante infestante nella nostra città» il commento della De Biase sulla proroga.