Si voterà soltanto nel 2021, ma la corsa al Campidoglio è già partita. E, dopo il trionfo alle regionali dell’Umbria, l’elezione del prossimo sindaco di Roma è una questione che infiamma soprattutto la destra.
Per ora, una certezza: Giorgia Meloni potrebbe non candidarsi per il dopo-Raggi. La conferma arriva dalla diretta interessata, in una intervista a Mattino 5: “Non penso che mi ricandiderò sindaco – ha affermato la leader di FdI – e questo indipendentemente dal risultato del mio partito. Ma Roma ha bisogno di un progetto serio e credibile, di cui voglio parlare con gli alleati, di scelte coraggiose, di un candidato competitivo e serio, senza la presunzione di essere il migliore ma che voglia ridare a Roma il ruolo che ha. Roma è la capitale della cristianità, se rinunciamo a questo simbolo rinunciamo alla nostra identità”. Il passo indietro di Giorgia Meloni però “non significa che non sia intenzionata ad avere un ruolo di primissimo piano nelle prossime amministrative”, ha precisato ieri Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune. Del resto, è “evidente come non si possa prescindere dal radicamento nella Capitale di FdI e dalle battaglie di opposizione che abbiamo nei tre anni di Giunta Raggi”. “Siamo certi – ha chiuso De Priamo – che Matteo Salvini sia consapevole del ruolo di Giorgia Meloni”.
Un richiamo preciso e diretto, quello del capogruppo, visto che proprio il Carroccio potrebbe spingere per presentare un candidato leghista per il Campidoglio: secondo l’ex ministro dell’Interno “con la Lega primo partito in provincia di Roma, mi sembra che – ovviamente facendo squadra – abbiamo qualche responsabilità in più nella buona scelta…con la forza di non aver mai amministrato a Roma e di poter partire ex novo con idee nuove e persone nuove”. Salvini stesso non esclude, per la prima volta, il ricorso alle primarie del centrodestra per scegliere il candidato sindaco.
Il leader della Lega intanto, ha provocato l’attuale sindaca: “Raggi prima va a casa meglio è per tutti”. Poi è passato all’attacco: “Per succedere in maniera più efficace all’amministrazione a 5 Stelle qualche idea ce l’ho, ma non posso fare nomi perché non sarebbe rispettoso nei confronti dei romani”. Insomma, massimo riserbo. Su cui non è mancata la risposta ironica del Movimento 5 Stelle: “Ha il cappello? Ha la barba? Chi è su Matteo diccelo! Guarda che Babbo Natale non è disponibile”, ha commentato su Facebook Giuliano Pacetti.
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Eppure, nonostante la reticenza, i nomi circolano: l’idea a destra è correre con un unico nome, supportato unitariamente anche da Forza Italia. Si parla di Fabio Rampelli, in quota FdI, ma a spuntarla potrebbe essere un esponente del Carroccio (le voci riguarderebbero soprattutto l’ex meloniano Maurizio Politi). Tra i papabili anche Alfredo Mantovano, politico e magistrato che ricoprì la carica di sottosegretario agli Interni nel governo Berlusconi, e Barbara Saltamartini, anche se ultimamente il suo impegno si è spostato in Umbria. Per quanto riguarda la sinistra, invece, il Messaggero cita oggi Roberto Morassut come nome più papabile per il Partito Democratico nella corsa al Campidoglio.