ROMA – “Manifestazione non preavvisata, radunata sediziosa, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata, istigazione a disobbedire alle leggi, getto pericoloso di cose, in concorso e con modalità aggravate”. Queste le ipotesi di reato che, a vario titolo, vengono contestate alle 39 persone denunciate per gli scontri avvenuti a Roma durante il corteo per Ramy di sabato 11 gennaio.
Tra i denunciati dalla polizia per i disordini nel quartiere San Lorenzo, quasi tutti hanno precedenti di “piazza” e due sono minorenni. Ai 39 identificati dalla Digos della Questura di Roma si aggiungono anche i 20 identificati dai carabinieri del Nucleo informativo.
L’indagine è scattata subito dopo il corteo non preavvisato “Sono stati i carabinieri. Giustizia per Ramy”, il giovane morto a Milano mentre fuggiva a un controllo dei carabinieri. Dopo aver percorso le strade di San Lorenzo – ricostruisce la Questura – circa 250 manifestanti, tra i quali anarchici, appartenenti al collettivo Zaum e al Car (Coordinamento Autonomo Romano), hanno dato vita a un “fitto e violento lancio di bombe carta e materiale contundente” contro l’imponente schieramento di polizia posto a presidio della zona.