Il governo indiano ha stabilito che i Rohingya rappresentano “un pericolo per la sicurezza nazionale” e per questo dovranno essere deportati in Birmania, considerato dai più il loro Paese d’origine.
Secondo un’istanza deposita oggi dal governo indiano presso la Corte Suprema, la presenza permanente del gruppo etnico in India, oltre ad essere completamente illegale, comporterebbe specifiche minacce per il Paese. Elementi Rohingya infatti, sarebbero stati arruolati da gruppi terroristici che operano in Pakistan. Lo dichiarano alcune fonti governative.
Stando ai numeri del ministero dell’Interno, sarebbero 14.000 i rifugiati di religione islamica fuggiti dalla Birmania e rifugiati in India dal 2014 ad oggi. Altre fonti arrivano a parlare di 40.000.
A Nuova Delhi il massimo tribunale indiano sta esaminando il ricorso presentato da due elementi Rohingya registrati presso l’Alto Commissariato dell’Onu in India, i quali sostengono che la loro deportazione metterebbe in grave pericolo le loro vite.
Nel frattempo in Bangladesh oltre 10mila musulmani hanno marciato oggi dalla moschea della città verso l’ambasciata della Birmania a Dacca, per protestare contro la repressione della minoranza etnica e religiosa nel Paese, a maggioranza buddista. Il corteo però, organizzato dal gruppo islamista Hefazat-e-Islami, è stato bloccato dalla polizia, molto prima che raggiungesse la sua destinazione. In Bangladesh, solo nell’ultimo mese, si sono rifugiati oltre 412 mila Rohingya in fuga dalla Birmania. Molti di loro affermano che le loro case sono state bruciate dall’esercito birmano e da militanti buddisti.