Luigi Di Maio ha vinto le primarie del Movimento Cinque Stelle anche grazie ai voti di Rogue0, l’hacker che già ad agosto era riuscito a violare la sicurezza della piattaforma Rousseau, sulla quale si è svolta la votazione, rubando e diffondendo dati sensibili di diversi esponenti pentastellati. Nonostante le misure di protezione messe in campo dalla Casaleggio Associati, il pirata informatico è nuovamente riuscito ad entrare dentro la piattaforma. A dimostrazione di ciò, i numerosi screenshots delle schermate delle pagine di certificazione, pubblicati sul suo profilo Twitter, dove compaiono i nomi di alcuni iscritti hackerati quali Antonio Marcheselli, Massimo Ferrari e Davide Gatto. In un altro tweet, Rogue0 ha irriso la Casaleggio Associati citando la frase con cui era stata annunciata la misura della doppia autenticazione sul sito, “Il doppio passaggio dell’sms sul cellulare, istituito e utilizzato per la prima volta per garantire la sicurezza totale del voto”.
All’indomani delle primarie, Beppe Grillo si è affrettato a rassicurare tutti, smentendo ogni possibile manomissione. Le ultime rivelazioni di Rogue0 rischiano però di incrinare ulteriormente la credibilità della Casaleggio associati e indebolire la posizione di Davide Casaleggio, messa sempre più in discussione sia dal punto di vista politico, per i crescenti malumori tra i parlamentari del movimento, che da quello tecnico. In questa occasione Rogue0 non si è limitato ad entrare solo nella piattaforma Rousseau, ma ha preso di mira anche il blog di Beppe Grillo, al quale avrebbe avuto accesso con l’utenza di Marco Bucchich, socio della Casaleggio associati, per pubblicare schermate con il sito aggiornato agli ultimi articoli. Non solo: il pirata informatico avrebbe preso anche il controllo dell’utenza di Gianroberto Casaleggio, fondatore dell’azienda, scomparso nel 2016. L’allarme sicurezza non è nuovo in casa 5 Stelle. Stando alle parole di David Puente, ex militante del movimento e dipendente della Casaleggio associati, Grillo e Casaleggio erano stati avvisati della vulnerabilità del sito movimento5stelle.it già nel 2012.