Non c’è pace per “La pecora elettrica”, la libreria antifascista in via delle Palme, nel quartiere di Centocelle a Roma; e nemmeno per Danilo Ruggieri, uno dei titolari che, ancora sotto shock, racconta di come ignoti siano entrati nel locale e “abbiano dato fuoco a tutto”.
La pecora elettrica, già distrutta dalle fiamme in un incendio la notte del 25 aprile scorso, avrebbe dovuto riaprire domani. Da fonti investigative si apprende come all’interno della libreria, siano state trovate tracce di liquido infiammabile; i responsabili sarebbero entrati forzando la saracinesca. Sul posto vigili del fuoco e carabinieri della compagnia Casilina che stanno indagando sull’accaduto.
Il primo incendio, quello di aprile, aveva distrutto le serrande, la vetrata e la porta d’ingresso del locale: anche in quell’occasione, gli inquirenti indagavano per incendio doloso. A seguito dei numerosi danni, e in segno di solidarietà, era stata avviata anche una raccolta fondi per ripristinare il locale – una campagna di crowdfunding e decine di iniziative diverse – che hanno visto mobilitarsi tutto il quartiere di Centocelle e non solo.
Diversi i messaggi di solidarietà a La pecora elettrica dal mondo politico romano: “Domani avrebbe dovuto riaprire, invece no! Hanno aspettato che fosse di nuovo piena di libri ed hanno colpito. L’ennesimo atto vigliacco a danno di uno spazio che ha animato Centocelle negli ultimi anni”. Scrive su Facebook la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti.
E proprio il segretario Pd e governatore del Lazio sostiene la libreria con un messaggio su Twitter: “La pecora elettrica – scrive Zingaretti – è un luogo di cultura e di aggregazione. Stanotte è stato dato alle fiamme dopo l’incendio dell’aprile scorso. Ai proprietari dico di tener duro e lottare per restituire a Roma la bellezza e la passione del loro impegno sociale”.