Forse i cittadini di Anzio non avrebbero mai pensato di trovarsi un giorno ad accogliere una rockstar, eppure ieri sono stati proprio loro a conferire la cittadinanza onoraria a una leggenda della musica internazionale, Roger Waters, bassista e fondatore dei Pink Floyd, in memoria di suo padre Eric, uno degli eroi di guerra che sacrificarono la propria vita per liberare Roma dai nazisti.
Ieri la leggenda del rock si è presentata sul litorale laziale come una persona semplice, un figlio che piange sulla tomba di un padre, dopo essere finalmente venuto a conoscenza della verità sulla sua morte. Per tutta la vita infatti Waters e la sua famiglia hanno creduto che il giovanissimo Eric fosse caduto sulla Linea Gustav, a Cassino; soltanto a settant’anni dalla morte, un ex commilitone, oggi novantaduenne, ha contattato il cantante per spiegargli che l’uomo perse la vita sulle coste di Anzio, durante lo sbarco dei marines e delle truppe britanniche del 1944 conosciuto come Operazione Shingle.
Roger Waters ha spiegato quanto questa notizia sia stata importante per lui, quanto abbia significato sapere come fossero realmente andate le cose, avere la possibilità di recarsi nei luoghi in cui il padre aveva trascorso gli ultimi momenti della sua vita. Il vuoto che prova chi non ha mai conosciuto uno dei propri genitori non potrà mai essere rimarginato, in qualche modo però l’artista sente di essere finalmente in pace.
Il dolore di Roger Waters per l’assenza del padre mai incontrato i fan lo hanno conosciuto dalla sua musica: l’album “The Wall” è quasi completamente dedicato a Eric e anche altri brani famosi come “Only One River” e “When the Tigers Broke Free” raccontano del giovane soldato che non poté mai essere suo padre. Ora che però ha una tomba su cui piangere è tempo di voltare pagina. “Adesso scriverò altre canzoni, per altri padri e altri figli”: ha dichiarato sorridendo.
Corinna Spirito