Roberto D’Alimonte, politologo e padre dell’Italicum, analizza l’esito della sentenza della Consulta ipotizzando quali potrebbero essere i possibili scenari elettorali.
Come valuta la decisione della Corte Costituzionale in merito all’Italicum?
“La Corte Costituzionale ha preso atto che, con il fallimento del referendum del 4 dicembre, non era possibile lasciare in piedi un sistema elettorale a due turni in una Camera e un proporzionale a un turno nell’altra. In un certo senso, la Consulta ha recepito la volontà degli italiani espressa attraverso il referendum”.
Come valuta la presenza di due leggi elettorali?
“L’esistenza di due leggi elettorali, una per la Camera e l’altra per il Senato, pone un problema di governabilità perché sarà difficile formare maggioranze solide di governo. Un problema di governabilità che, ribadisco, è nato a seguito del voto referendario e non all’indomani della decisione della Consulta”.
Che cosa ha modificato la Consulta?
“Nella sostanza la Corte Costituzionale ha fatto un unico intervento sostanziale: ha abolito il ballottaggio. Io, che pure mi considero fautore del ballottaggio (che in un sistema politico come il nostro è la soluzione più giusta e idonea), devo ammettere che andare a votare con due sistemi così diversi (uno che prevede il ballottaggio e l’alto no) è irragionevole. Credo che, quando leggeremo le motivazioni della Consulta, sarà questo il criterio che la Corte avrà utilizzato per bocciare il ballottaggio: il fatto che è irragionevole andare a votare in un sistema a due turni alla Camera e proporzionale al Senato”.
Alla luce dei fatti quali potrebbero essere i futuri scenari elettorali?
“A mio avviso, l’unica maggioranza ipotizzabile potrebbe essere in futuro quella formata da Pd e Forza Italia. Però credo che sarà difficile formare alla Camera un governo Pd-Forza Italia. Al Senato, invece, un simile ipotesi è più plausibile”.