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Ritrovato in Sardegna
insediamento etrusco
risalente al IX secolo a.C.

I resti archeologici vicino Olbia

Una novità assoluta in territorio sardo

di Salvatore Tropea09 Gennaio 2018
09 Gennaio 2018

È stato ritrovato in Sardegna, nei pressi di Olbia, un insediamento etrusco risalente al IX secolo a.C. I resti archeologici sono emersi nel corso di una revisione di precedenti ritrovamenti degli ultimi anni da parte della Soprintendenza delle province di Sassari e Nuoro.

Proprio la Soprintendenza, attraverso un comunicato, ha spiegato che l’area etrusca è stata localizzata sull’isolotto di Tavolara, quindi in una posizione che già in quell’epoca consentiva una certa cautela e distanza nei contatti con gli altri abitanti che si trovavano invece nella costa e nell’entroterra.

È un ritrovamento che assume una grande importanza poiché si tratta della prima volta che viene documentata la presenza degli etruschi nel territorio sardo. “Gli scambi tra la Sardegna nuragica e l’aspetto culturale della prima età del ferro dell’Etruria detto villanoviano, infatti, sono ben noti e ampiamente studiati, ma finora non era documentata la presenza di una comunità proveniente dalla sponda etrusca stanziata e prosperata in Sardegna”, ha sottolineato all’Ansa l’archeologo Francesco di Gennaro. “Si tratta quindi di una novità assoluta che costituisce un balzo in avanti nella ricostruzione dei rapporti tra le due sponde del Tirreno in epoca protostorica”.

Inoltre, gli archeologi non escludono al momento che vi siano stati stati altri insediamenti villanoviani in Gallura, regione che fronteggia l’Etruria, i cui grandi centri come Populonia, Vetulonia, Vulci, Tarquinia, destinati a divenire le grandi città etrusche, nascono proprio nell’epoca in questione, la prima età del ferro, a cui si datano, in Sardegna, anche le statue di Monte Prama.

Intanto, i risultati degli scavi sono in corso di edizione da parte dello stesso Soprintendente Francesco di Gennaro con il responsabile di zona Rubens D’Oriano e Paola Mancini, che li ha materialmente condotti nel 2011 e nel 2013, dopo il ritrovamento di cocci affioranti da parte di Giuseppe Pisanu.

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