ROMA – Durante le feste di fine anno ci sarà un maggiore rischio di attentati. Moltissime persone affolleranno piazze, locali e ristoranti la notte di Capodanno e, “in considerazione dell’attuale delicato contesto politico internazionale, questi festeggiamenti “rappresentano eventi da attenzionare con particolare riguardo sotto il profilo della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Sono le parole contenute nella circolare stata inviata a tutti i prefetti dal Dipartimento della Pubblica sicurezza.
Inoltre i prefetti vengono invitati a pianificare “per tempo” idonei dispositivi di sicurezza, soprattutto in relazione agli eventi organizzati in luoghi pubblici e presso tutti quei siti dove tradizionalmente, anche in assenza di specifiche iniziative, si registrano, con l’approssimarsi della mezzanotte, alte concentrazioni di persone.
Per questi luoghi vanno previste misure per evitare “situazioni di eccessivo assembramento”, anche facendo ricorso a specifici servizi di vigilanza dall’alto per la tempestiva rilevazione e conseguente gestione di eventuali criticità. Occhio anche agli episodi di criminalità diffusa e ai gruppi di giovani che, richiamati attraverso i social, potrebbero, come avvenuto in altre occasioni, dar luogo a condotte illecite favorite dalle situazioni di assembramento.
I luoghi di svolgimento delle iniziative programmate, dunque, rileva la circolare, “dovranno essere oggetto di mirati controlli preventivi” e bonifiche. Andrà inoltre potenziata l’attività informativa per la tempestiva individuazione di “feste illegali tipo rave party”.
Pochi giorni fa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante l’ultima riunione del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo, ha ribadito la necessità di mantenere il rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo in atto sul territorio nazionale e agli ingressi sullo stesso, in ragione del rischio di possibili infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori irregolari riferibili non solo alla frontiera marittima, ma anche a quella terrestre.
Per questo motivo si è deciso di prorogare la sospensione di Schengen ai confini per la Slovenia, per 30 giorni a partire dal 20 dicembre, essendo il luogo in cui transitano flussi migratori provenienti dalla rotta balcanica