Si sente spesso parlare della rabbia che monta nel Paese in questi mesi di difficoltà. Rabbia sociale che potrebbe scatenarsi a causa delle difficoltà in ambito economico, amministrativo e politico che l’emergenza sanitaria ha evidenziato. In assenza di un grande progetto per il futuro del Paese si rischia di dissipare quanto di positivo è emerso tra la gran parte degli italiani nelle settimane più buie.
Al momento, la paura più grande è che l’allenamento delle misure restrittive messe in atto nella Fase 2 possa far credere che il peggio sia passato e indurre la gente a tornare alla vita normale, col rischio di nuove ondate di contagi. Di questo ha parlato la ministra degli Interni Luciana Lamorgese in un’intervista alla trasmissione “Che tempo che fa” di Rai Due. “I giovani hanno ritenuto che fosse tutto superato, non è così. Gli lancio un messaggio: se dovesse ritornare questa epidemia sarebbe un fallimento per noi come Paese. Lo possiamo evitare controllando i nostri comportamenti in questi giorni. Mi raccomando, soprattutto, ai giovani, a non avere comportamenti irresponsabili perché altrimenti ne va anche della nostra economia”.
“Gli italiani in questo periodo – ha aggiunto – hanno avuto un comportamento responsabile, hanno seguito tutte le prescrizioni che il governo ha dato. I controlli sono stati moltissimi ed hanno dato un riscontro positivo”.
Ma la ministra e le Istituzioni sono consapevoli che la pazienza degli italiani è arrivata al limite. Il problema più grande è quello legato alla povertà e alla disoccupazione provocate dai due mesi di lockdown.
“Dobbiamo stare molto attenti – ha continuato la ministra – essere rapidi e celeri nell’erogazione dei contributi, i cittadini devono fare fronte alle esigenze della vita quotidiana. Se non saremo in grado c’è il rischio che il senso di responsabilità avuto finora dai cittadini si trasformi in rabbia. Quello dobbiamo evitarlo”.
Fenomeni di tensione sociale sono stati già registrati durante la Fase uno, come ha denunciato il sindaco di Bari Antonio De Caro: “Abbiamo visto persone che si rifiutavano di pagare nei supermercati e altre che urlavano davanti agli sportelli del bancomat. Ora siamo in un’altra fase, la tensione è sotto controllo ma si sente il fuoco che cova sotto la cenere”.
Proprio in questa Fase 2, una grossa mano dovrà arrivare dall’Europa che secondo Enrico Letta “dovrebbe distribuire i fondi direttamente nelle tasche degli italiani”. L’ex presidente del Consiglio sostiene che i cittadini non si rendono conto di quanto stia facendo l’Unione europea per fa fronte a questa crisi senza precedenti. Secondo i sondaggi, molti credono che ci stiano aiutando più Cina e Russia erogando, in realtà, qualche milione di euro rispetto all’Unione che sta mettendo miliardi. La gente deve percepire che le risorse che ci aiuteranno a ripartire sono targate Ue”.