C’è aria di crisi nella redazione di America Oggi, tuttora l’unico quotidiano in lingua italiana pubblicato negli Stati Uniti. Il giornale, fondato nel 1988 sulle ceneri della testata “Il Progresso italo-americano”, sarebbe a rischio chiusura.
Stando a quanto denunciano i suoi giornalisti, il gruppo editoriale “Oggi”, con sede a Norwood, in New Jersey, sarebbe in “condizioni economiche disastrose a causa di investimenti azzardati che sono proseguiti per anni ed hanno portato al collasso”. L’azienda avrebbe “azzerato totalmente la redazione”, costringendo parte dei giornalisti a lavorare senza percepire stipendio da settembre del 2014. Solo pochi giorni fa, spiegano i dipendenti, il giornale ha cominciato a pagare una parte degli arretrati, grazie ai fondi – circa 800mila euro, relativi al 2013 – ricevuti dal Governo italiano in base alla legge sull’editoria n. 62/2001.
Il direttore responsabile di America Oggi, Andrea Mantineo, smentisce tuttavia le accuse rivolte dai giornalisti. La crisi del quotidiano non sarebbe dovuta a investimenti sbagliati, bensì al calo delle entrate pubblicitarie, di fatto dimezzatesi rispetto al 2008, nonché al taglio dei contributi del Governo italiano, che avrebbe deciso di non coprire più i costi dell’assistenza sanitaria ai giornalisti, pari a oltre 400mila dollari.
“Purtroppo la legislazione in materia di lavoro negli Usa non difende il dipendente – lamenta uno dei giornalisti, Riccardo Chioni – Ma America Oggi è in parte sovvenzionato con i contributi della presidenza del Consiglio in Italia e dovrebbe almeno rispondere moralmente ai contribuenti italiani sulla gestione di quanto riceve e il trattamento riservato ai dipendenti che oggi si ritrovano senza lavoro o senza la garanzia di essere reintegrati dopo i sei mesi di cassa integrazione”.
Così, dopo 27 anni di storia, la testata simbolo della comunità italo-americana potrebbe non esistere più. Basta guardare i dati sulla sua tiratura: negli anni ’90 America Oggi vendeva 30mila copie al giorno (addirittura 40mila la domenica, anche grazie all’inserto settimanale Oggi7), mentre adesso – spiegano i redattori – se ne vendono a malapena 10mila.
Alessandra Aurilia