Riprende oggi alla Camera l’esame del ddl sulle Disposizioni anticipate di trattamento, o Biotestamento, per regolamentare le decisioni sul fine-vita. Otto anni dopo Eluana Englaro, il tema è prepotentemente tornato d’attualità con il caso di Dj Fabo, che aveva scelto di andare a morire in Svizzera. Il dibattito era stato avviato lo scorso 13 marzo, in un’aula di Montecitorio semi-deserta, con appena una ventina di deputati presenti.
I lavori parlamentari riprendono tra le polemiche: c’è chi vede nella legge un’apertura all’eutanasia e chi ne sottolinea il valore, nel rispetto del diritto di autodeterminazione dei cittadini. Le posizioni delle forze politiche restano distanti e lasciano intravedere un percorso in salita.
Punti di rottura nelle questioni chiave della legge, ovvero «la possibilità per il paziente di esprimere attraverso le Dat (le dichiarazioni anticipate di trattamento, ndr) e in previsione di un’eventuale futura condizione di incapacità, il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali». Altro punto di discussione è rappresentato dalla vincolatività per il medico, che «è tenuto a rispettare la volontà del paziente a rifiutare il trattamento sanitario”, a meno che “non sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita».
«Ci aspettiamo una montagna di emendamenti – ha dichiarato all’Ansa la deputata Pd Donata Lenzi, prima firmataria della legge – Se così fosse bisognerà valutare se far slittare l’esame del provvedimento». Infatti, in base ai regolamenti di Montecitorio, se il dibattito slittasse al mese successivo avrebbe tempi contingentati e non illimitati. Con questo scenario, ha spiegato la Lenzi, «il ddl potrebbe essere approvato e passare al Senato in tempi utili perché la legge possa essere approvata entro la fine della Legislatura».
Intanto, in previsione della discussione del provvedimento odierna, il centro Studi Livatino ha inviato un appello ai parlamentari nel quale denuncia che, pur essendo state ribattezzate come Dat, il ddl di fatto prende posizione in sostanza sull’eutanasia.