La figlia dell’ex ambasciatore della Corea del Nord Jo Song-gil, accusato di aver disertato l’incarico di capo dell’ambasciata nordcoreana a Roma, sarebbe stata rimpatriata a Pyongyang dai servizi nordcoreani.
Lo ha comunicato in una conferenza stampa a Seul Thae Yong-ho, ex vice-ambasciatore a Londra di Pyongyang e a sua volta disertore, spiegando di essere riuscito a verificare la notizia con delle fonti interne: “Ora si trova in Corea del Nord sotto il controllo delle autorità”, ha confermato Thae.
“Non sono sicuro di quanti figli avesse Jo, ma quella che era in Italia è stata rimandata in Corea del Nord. Jo invece è attualmente con la moglie”, dice Thae secondo Il Messaggero. La ragazza avrebbe circa 17 anni studiava in una scuola superiore ed è stata rimpatriata prima che, come riferisce l’agenzia Yohap, riuscisse a riunirsi ai genitori.
Jo Song-gil era stato inviato in Italia nel maggio 2015 e in meno di due anni era riuscito a scalare le gerarchie fino a ricoprire il ruolo di incaricato d’affari, a capo dell’ambasciata nordcoreana a Roma dopo l’espulsione Mun Jong-nam, attuata in risposta alla violazione della risoluzione Onu che impediva alla Corea del Nord di effettuare test missilistici.
Jo godeva di un’ampia considerazione in patria in quanto, come riporta ancora la stampa sudcoreana, sarebbe “il figlio o il genero di un alto funzionario del regime”. Tale credito gli avrebbe dunque permesso di poter portare con sé in Italia la propria famiglia, una considerevole eccezione alla regola voluta dal regime che impone di lasciare in Corea del Nord parte dei propri cari – in genere i bambini – in modo tale da evitare diserzioni.
La scomparsa del diplomatico è avvenuta all’inizio del mese di novembre 2018, a pochi giorni dal termine ufficiale del mandato. Thae Yong-ho aveva più volte sollecitato Jo a puntare sul Sud come destinazione finale, sollecitando il governo di Seul a promuovere sforzi in tal senso, favorendone la fuga.