La Corte d’assise d’appello di Catania ha rigettato tutte le richieste della difesa di Veronica Panarello, madre del piccolo Loris ucciso a Santa Croce Camerina nel novembre 2014.
I giudici non hanno ammesso una nuova fase istruttoria con un’altra perizia psichiatrica: il procedimento si celebra a porte chiuse. L’udienza del processo a Veronica Panarello, accusata di aver ucciso il piccolo Loris di otto anni e condannata in primo grado a trent’anni di reclusione, è cominciata questa mattina a Catania.
La donna, ha confermato il suo avvocato, “non ha cambiato ricostruzione e tesi: la sua verità resta quella”. Veronica, infatti, secondo la sua vicina di cella, avrebbe accusato il suocero di aver ucciso il bambino intenzionato a rivelare al padre la loro relazione. Per questa accusa, nella sentenza di primo grado, il Gup di Ragusa Andrea Reale, ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per procedere per calunnia nei confronti della donna. Inoltre la detenuta ha raccontato che la giovane mamma “ha messo le fascette di plastica al bambino perché non voleva andare a scuola: sarebbe stato il bambino a stringersele intorno al collo da solo”.
La tragedia del piccolo Loris sconvolse l’Italia il 29 novembre 2014 Veronica Panarello venne accusata dell’uccisione del figlio Loris Stival di otto anni, gettando il corpo nel canalone di contrada Mulino vecchio di Santa Croce Camerina. Alla base del delitto, avvenuto strangolando il bambino con delle fascette di plastica da elettricista, ci sarebbe il litigio di quella mattina perché il bambino non voleva andare a scuola.