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Riforme costituzionali: tra urla e grida, va in scena il primo sì dalla Camera

di Giulia Di Stefano11 Settembre 2013
11 Settembre 2013

imagesCA8PN645Lo sfondo dei cartelli è il tricolore, la scritta recita “No deroga articolo 138”: ieri la protesta dei deputati a 5 Stelle a Montecitorio costringe la Boldrini a sospendere la seduta ma il disegno di legge costituzionale che istituisce il Comitato dei 40 passa, con 397 voti favorevoli, 132 contrari e 5 astenuti. Bagarre in Aula, tra insulti che volano e pantomime intervengono i commessi della Camera e la presidente Boldrini redarguisce il grillino Di Battista, rasentando la gaffe secondo alcuni. Dopo l’occupazione del tetto di Montecitorio nei giorni scorsi, continuano gli atti eclatanti da parte del Movimento. Il progetto di creazione del Comitato, con l’incarico di revisionare i Titoli I, II, III e V della Costituzione, tornerà ora all’esame delle due Camere a dicembre.

L’emiciclo nel caos – Atto I. Il settore dei deputati a 5 Stelle, prima del voto, si tinge di bianco rosso e verde. Un’unica distesa di manifestini, che la Boldrini fa rimuovere dai commessi della Camera. Ma i grillini, a mani vuote, restano comunque con le braccia protese verso l’alto, in segno di protesta. Dalle altre poltrone si solleva un coro: “Buffoni! Buffoni!”, urlano da più parti dell’emiciclo. Dopo aver schiacciato il pulsante per la votazione, i pentastellati non demordono e rialzano le mani, scatta poi un reciproco applauso polemico con i deputati del Pd.
Si accende il dibattito quando Giuseppe D’Ambrosio (M5S) chiede conto del fatto che non si sia permesso l’accesso in tribuna del pubblico di una donna che indossava una t-shirt con lo slogan dell’occupazione del tetto di Montecitorio da parte dei deputati grillini. “Smettetela di sollecitare i mal di pancia della gente e rispettate le regole di convivenza con senso di responsabilità”, sbotta Ettore Rosato del Pd.

Atto II – Il batti e risposta Di Battista-Boldrini. A questo punto, in un crescendo di tensione, prende la parola il grillino Alessandro Di Battista, sempre in prima linea nelle battaglie dimostrative dei 5 Stelle: “Puniteci, sanzionateci a cinque stelle, tanto lo rifaremo mille volte”. E aggiunge, rafforzando il concetto con il gesto delle manette ai polsi: “Il Pd è peggio del Pdl. Puniteci ma prima sbattete fuori i ladri”. “Non offenda, usi un linguaggio consono”, lo apostrofa la Boldrini, indignata ma rasentando la gaffe, secondo alcuni. Che la presidente eletta tra le fila di Sel volesse intendere come un’offesa l’essere paragonati al Pdl? insinuano oggi su gran parte della stampa vicina al centrodestra. In un’escalation di insulti, vanno in escandescenza numerosi deputati a destra, sinistra e centro: Angelo Cera dell’Udc si lancia verso i banchi dei 5 Stelle e viene placcato dai commessi. Alla Boldrini, la cui voce si perde tra le grida dei parlamentari, non resta che sospendere la seduta. Finisce così il primo, travagliato round delle riforme costituzionali: appuntamento a dicembre, sperando che a Natale siano tutti più buoni.

Giulia Di Stefano

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